giovedì 7 dicembre 2017

SALUTE. Prudenza con i tatuaggi


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" di novembre 2017.
Articolo "Tatuaggi, avanti con prudenza" di ROBERTA VILLA.

I tatuaggi sono la moda del momento e, con la diffusione che ormai hanno raggiunto, è inevitabile chiedersi se la pratica di iniettarsi coloranti sotto la pelle sia del tutto sicura.
Non si tratta più, infatti, di roba di galeotti, marinai o giovanotti palestrati o alternativi.
Ormai sono moltissime le persone di ogni età ed estrazione sociale che decidono di decorare il proprio corpo con una frase, una data, uno o più disegni per loro significativi o che semplicemente piacciono.
Dal punto di vista delle possibili ricadute sulla salute, finora ci si era concentrati sui rischi di infezioni, su cui oggi, rispettando alcune precauzioni basilari, si può stare abbastanza tranquilli. L'uso di aghi sterili e le condizioni igieniche di sicurezza garantite dalla maggior parte dei centri, impedisce la trasmissione di malattie come l'epatite C.
Nei mesi scorsi, tuttavia, sono venuti a galla nuovi timori su eventuali effetti dannosi per la salute.
Questa volta si parla di possibili effetti tossici delle sostanze contenute nei materiali iniettati.
Non possono essere indagati sugli animali da laboratorio perché non è considerato etico, e non è consentito dalla normativa vigente sulla sperimentazione animale, usare le cavie per verificare la sicurezza di procedure a cui una persona sceglie liberamente di sottoporsi, senza nessuna necessità medica.
Per capire cosa succede dei pigmenti organici e conservanti a base di metalli iniettarti sotto cute, occorre quindi ricorrere ad altri sistemi.
Un lavoro pubblicato di recente sulla rivista Scientific Reports da parte di un gruppo di ricercatori tedeschi e francesi, si è basato sul materiale prelevato da sei donatori dopo la loro morte, quattro tatuati e due no, questi ultimi usati come controlli.
Con varie tecniche si sono misurati i livelli di colorante e metalli presenti nella pelle e nei linfonodi, le stazioni del sistema linfatico dove si possono accumulare le sostanze estranee fagocitate dalle cellule del sistema immunitario o le nanoparticelle di pigmenti drenate dal liquido linfatico o dal sangue.
"Sia nella pelle sia nei linfonodi delle persone tatuate abbiamo trovato livelli superiori alla norma di cinque elementi potenzialmente tossici - hanno spiegato gli autori - : alluminio, cromo, ferro, nichel e rame. Inoltre, abbiamo registrato la presenza di tracce di titanio, insieme ad alterazioni biomolecolari, nel senso di una maggior quantità di lipidi, e minore di proteine, nei tessuti circostanti gli accumuli di pigmenti".
Il significato di tutto questo non è affatto chiaro.
Gli autori non riferiscono nulla delle condizioni cliniche degli individui su cui hanno effettuato le loro osservazioni, e in ogni caso il campione sarebbe troppo piccolo per poter ipotizzare un legame tra la presenza di queste sostanze, in quantità comunque minime, e la causa del decesso.
Al di là di alcuni titoli che hanno rilanciato la notizia con grande allarmismo, l'unica conclusione che si può trarre da questo lavoro è che queste sostanze non restano nel punto in cui sono iniettate, ma migrano nell'organismo.
Se e come possano fare danni è ancora tutto da dimostrare. Chi ha già dei tatuaggi, quindi, non ha ragione di spaventarsi. Chi non ha ancora deciso di farsene, però, può tenere conto di questo dato preliminare.
Altri studi, certamente, dovranno approfondire la questione.

Nessun commento: