mercoledì 29 gennaio 2020

FAMIGLIA. La rabbia dei bambini


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" dicembre 2019.
Articolo: "La naturale rabbia dei bambini" di DANIELE NOVARA, pedagogista.

Mi scrive la mamma di Roberto, 4 anni. "Non so più cosa fare. Mio figlio ha delle improvvise crisi di rabbia. Diventa furioso e se la prende con il fratellino di 2 anni. Poi, non contento, comincia a tirare oggetti dappertutto. Allora intervengo, gli dico che non si fa, cerco di bloccarlo. Lo guardo con decisione dicendogli di fermarsi. Lui diventa ancora più furibondo, a volta cerca addirittura di darmi calci e anche schiaffi. Se c'è in casa il padre in genere si trattiene, ma io con ce la faccio più. Avrà qualcosa?".
La rabbia dei bambini piccoli è assolutamente normale e fisiologica, perlopiù legata proprio all'essere piccoli, cioè deboli, inferiori, incapaci di controllare il mondo intorno a loro.
Sentono la frustrazione di non poter fare come vogliono, di essere spesso in balia di adulti ansiosi, insicuri, incapaci di contenerli sul piano simbolico e psicologico ancor prima che educativo.
Si arrabbiano per non poter vedere la tv, per dover condividere i giocattoli con fratellino o perché la mamma non gli dà sufficiente attenzione.
Confondere questa naturale emozione infantile con un disturbo psicologico appare davvero un equivoco pericoloso che fa sentire i bambini colpevoli, semplicemente per il solo fatto di essere bambini con le loro inevitabili fragilità e immaturità.
Il genitore educativo, anzitutto, accetta che i figli abbiano questi momenti, evita di dar loro un significato più grave di quello che hanno, non si spaventa lasciandosi prendere dalle sue reazioni immediate. Non è bloccandolo o punendo la rabbia che si aiuta il bambino, ma lasciandogliela esprimere in modo simbolico e con i necessari paletti.
La tecnica del cestino della rabbia è una buona possibilità. Come funziona? Basta disegnare la propria furia su un foglio, appallottolarlo e gettarlo in un contenitore predisposto. Un gioco liberatorio per sfogarsi senza farsi male.

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