FONTE: libro "Pretacci" di Candido Cannavò edito da Rizzoli.
Racconto di don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano.
Gaetano era un ragazzo violento, aggressivo con un atteggiamento da bullo.
Tra rapine e spaccio, entrava al Beccaria, vi usciva e vi rientrava. Io lo trattavo con gentilezza esagerata, ma ogni tanto lo provocavo: "Gridi, ma stai diventando un debole".
Alla fine, rientro in carcere per una rapina, come un cane bastonato, meno arrogante. Lo conquistai durante una festa.
"Ci serve un chitarrista , so che te la cavi: vuoi provare?"
Lo coinvolsi e non l'ho più perduto. Nacque un'amicizia, lui ha studiato, si è diplomato, è entrato all'università e ha lavorato poi da informatore scientifico. Questo avveniva tanto tempo fa, ai miei primi anni del Beccaria.
Gaetano è morto a cinquant'anni. Si era portato dietro l'Aids da quando era ragazzo. Il suo fegato non ha retto.
Di Aids ho visto morire all'ospedale Sacco di Milano un bambino di tre anni, figlio di una donna accolta nella nostra comunità. Tutto il personale medico piangeva dinnanzi agli ultimi soffi di vita di quel Bambino Gesù. Anche io piangevo.
Ci sono almeno cento funerali nella mia vita.
Nessun commento:
Non sono consentiti nuovi commenti.