Nel suo romanzo "Il giorno della civetta", Leonardo Sciascia suddivide gli uomini in categorie attraverso la seguente frase rivolta dal padrino don Mariano Arena al capitano Bellodi:
"Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà.... Pochissimi gli uomini; i mezz'uomini pochi, ché mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezz'uomini.... E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi.... E ancor più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito.... E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre.... Lei , anche se mi inchioderà su certe carte come un Cristo, lei è un uomo...."
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