giovedì 13 ottobre 2016

RIFLESSIONI. Camminare compatti e uniti


FONTE: Messaggero di sant'Antonio settembre 2016.
Articolo "Lo stile dei tratturi" di G. CARLO BREGANTINI Arcivescovo di Campobasso-Bojano.


Ho vissuto un triste momento di afflizione, di recente, quando le mani ruvide di alcuni ladri hanno sfondato il vetro della mia macchina mentre ritornavo da un corso di esercizi spirituali, e hanno portato via le mie cose.
Libri soprattutto, ma assai preziosi a livello affettivo. Mi premeva la "mia" Bibbia tutta segnata, abitata, e tanto amata.
Vedersi spogliati delle proprie cose è sempre doloroso. Fonte di tante domande. Perché è un monito severo per puntare ancora di più sull'essenziale, sulle cose che restano.
"Nemmeno le cose di Dio sono ancora Dio!", amava dire il cardinale Van Thuan.
Ma ecco che nel cuore di quei ladri è rientrata la grazia, perché hanno scaricato la mia valigia davanti a un monastero nelle vicinanze. E quei bravi monaci, guardando quelle povere cose, hanno potuto ricostruire il mio indirizzo.
Una telefonata opportuna. Così tornavo ad avere ancora la mia Bibbia in mano.
Sento in questi piccoli eventi che mai si può giudicare l'altro.
Anzi, spesso il cuore che fa il male, sente ancora il richiamo della coscienza, di quella vocina che cambia il percorso. Ma quella voce sarà molto più agevole ascoltarla insieme, camminando uniti sulla stessa strada.
E' triste camminare da soli. Spesso, è fonte di disavventure inattese. E' invece prezioso il passo percorso insieme. Si arriva, forse, più lentamente, ma è molto più grande la gioia per la meta raggiunta.

Questo, in termini ecclesiali, si chiama "sinodo". E' simile allo stile antico dei tratturi che hanno fatto grande il Molise nel corso dei millenni.
Migliaia di pecore, condotte con mano esperta, sapevano affrontare ogni pericolo, dalle Puglie all'Abruzzo passando per il Molise. Due volte all'anno. In primavera si saliva, in settembre si scendeva. Spazio mirabile di incontri, di scambi, di economie ravvivate, di devozioni scambiate.
Se tanta venerazione c'è nelle nostre terre per san Nicola e san Michele, è di certo dovuto a questo scambio culturale e religioso nel tessuto economico. Per dirci che la fede cambia tutta la nostra vita. Non resta nelle sacrestie, ma si fa strada percorsa insieme.
Noi, come diocesi di Campobasso-Bojano, stiamo iniziando questo affascinante percorso del Sinodo diocesano. Sulla scia del Sinodo che si è svolto a Roma, su invito forte e innovativo di papa Francesco. Migliaia di lettere, documenti, inchieste. Domande taglienti.
Uno scavo nel cuore per capire come impostare la risposta della Chiesa al dramma di tante famiglie separate o divorziate. Tacere? Condannare? Sopportare? No! Nessuna di queste scelte.
Guardiamo ai problemi come a sfide. Come domande che entrano nel cuore delle comunità ecclesiali.
Non giudizi facili e scontati, ma attese lungimiranti di speranze inattese.  Che arrivano!  Come avviene la mattina di Pasqua quando Maria di Magdala, "innamorata pazza" del Cristo, non riesce a dormire. Si sveglia quando è ancora buio. E corre al sepolcro. Per cercare di asciugare le sue lacrime. Ma trova la grande pietra tombale rotolata via. Allora torna indietro e va a svegliare Pietro e Giovanni. Rimette la speranza in gioco. E nasce una corsa con velocità diverse. Passi differenti, con un unico cuore. Il testo è preciso: "Correvano insieme tutte e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro, e giunse per primo al sepolcro!" (Gv 20,4).
Questo è lo slogan orientativo del nostro sinodo perché si fa simbolo di uno stile di vita sociale, culturale e politico. Richiede pazienza, ascolto dell'altro, disponibilità.
Come per i pastori antichi sulla via magnifica dei tratturi. Per quel passo sinodale che si fa corresponsabilità sociale.
Vi racconterò i passi di questa meravigliosa avventura, perché sento che crescerà non solo la nostra Chiesa locale, ma tutto il Molise. Anche con la conversione dei nostri ladri.

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