lunedì 18 marzo 2024

SERGIO E IL CALCIO. Fine della storia

 



Nelle riunioni successive si lavora con entusiasmo e si prendono importanti decisioni, come l'assegnazione delle cariche sociali, con soddisfazione di tutti.
Solo il presidente non è ancora stato eletto.
Si decide di apporre dei manifesti nei negozi e nei bar, attraverso i quali si invitano "persone di buona volontà" a presentare la propria candidatura a questa carica fondamentale.
Viene decisa anche la formazione  di una squadra di calcio di dilettanti a 11 CSI , della quale sarò l'allenatore e Pierangelo il mio secondo e di una squadra di calcio allievi a 7 CSI , poiché solo una decina di ragazzi hanno dato la loro adesione, con Roberto e Fabio nelle veci di allenatori.
Ma a maggio Loris mi riferisce che Angelo, suo compagno di scuola ed amico, gli ha confidato che la società calcistica di Borgo di Terzo, in cui militava, si è sciolta e quindi tutti i giocatori stanno cercando un'altra squadra per il prossimo campionato. E' il classico colpo di fortuna.
Telefono all'allenatore di Angelo, che mi conferma la notizia. Gli dico che sarà contattato da Roberto e Fabio, i due futuri allenatori degli allievi a 7, per valutare la possibilità del trasferimento dei ragazzi rimasti liberi e desiderosi di continuare a giocare.
Sono molto soddisfatto per questo fatto nuovo, che probabilmente permetterà la creazione di una squadra di allievi a 11. Il calcio a 7 non gode tanto della mia stima, ma è più adatto ai tornei estivi, dove il pubblico gradisce la caterva di gol, dovuti molte volte ad errori difensivi.
Finalmente i campionati giovanili sono terminati e per me è la fine di un incubo. Non ci sarà più la stretta allo stomaco della domenica mattina.
Ebbene sì, è stato duro questo campionato allievi a 11 eccellenza. Alcune volte i miei nervi hanno ceduto e mi sono lasciato andare a scene isteriche non proprio adatte per un educatore quale mi ritengo.
In futuro non devo più raggiungere simili picchi di stress, poiché i giocatori adulti non lo sopporteranno per molto tempo. 
Nei tre anni della mia permanenza a Trescore i ragazzi mi si sono affezionati e penso abbiamo apprezzato la mia grande passione per il calcio.
Ora l'avventura è finita e le nostre strade si dividono. Anche Pierangelo è molto dispiaciuto della mia partenza, ma comprende il mio obbligo morale verso Zandobbio.
Arriva giugno e si deve  tenere la riunione decisiva, nella quale si deve eleggere il presidente e firmare i documenti necessari per l'iscrizione al CSI.
Contrariamente alle mie abitudini, arrivo all'ultimo momento nella grande sala dove si tiene la riunione e vedo Gino, il presidente che aveva chiuso la precedente polisportiva, lasciando Zandobbio senza il calcio.
Gigio, il segretario, apre la seduta: "Signori, tutte le cariche sociali sono state assegnate, tranne quella più importante. Questa sera eleggeremo il presidente, che ci guiderà per la prossima annata calcistica.
Per alcune settimane abbiamo affisso dei manifesti nei bar e nei negozi, con i quali ricerchiamo una persona volonterosa che guidi il GSO.
Non è fondamentale che abbia delle grandi risorse economiche, anche se solitamente il presidente di una società sportiva è scelto soprattutto per la sua disponibilità ad offrire forti somme di denaro. Hanno dato la loro disponibilità Cesare e Gino.
A noi la scelta: c'è qualcuno che vuole intervenire?".
Chiedo subito la parola e esprimo la mia contrarietà nell'avere come presidente Gino. Il  mio discorso è breve, ma molto incisivo ed alla fine Gino ritira la sua candidatura.
Prende di nuovo la parola Gigio: "Mi sembra inutile procedere alla votazione, essendo Cesare l'unico candidato, automaticamente diventa il primo presidente del GSO ZANDOBBIO. Siete tutti d'accordo?",
Un mormorio di approvazione si leva dall'assemblea. Persino un "bravo Cesare" viene gridato da qualcuno.
Al bar dell'oratorio Cesare offre da bere a tutti. Molte sono le battute  rivolte a lui, alle quali risponde con frasi ilari, alcune grottesche.
Ormai tutto è deciso e l'organigramma è completo.
Seguendo il mio invito Pietro disegna lo stemma raffigurante S. Giorgio, patrono di Zandobbio, che uccide il drago. I colori sociali saranno il bianco e il  viola.
La narrazione termina qui. Ho descritto come è nato il GSO ZANDOBBIO e sono orgoglioso del coinvolgimento di Gigio, di cui conservo la fotocopia della sua domanda di adesione, che pubblico



Svolgerà per quasi  trent'anni molto bene il suo compito di segretario.
In seguito c'è stata la mia uscita dal GSO, traumatica per me e per la mia famiglia.
Negli anni successivi sono rimasto nel calcio allenando per un campionato gli esordienti a 11 CSI a Cenate Sopra e per un campionato la squadra juniores del Trescore. 
Poi a cinquant'anni, su invito di Walter (quello che quando avevo 16-17 anni mi portava a giocare nei tornei estivi nel Lecchese), completo la mia esperienza calcistica facendo l'arbitro del CSI per nove anni.
E' stata l'esperienza calcistica più appagante e mi spiego. 
Se fai il giocatore, per giustificare i tuoi errori, dici che l'allenatore non ti impiega bene  oppure che i tuoi compagni non ti passano il pallone. 
Se fai l'allenatore, e la tua squadra non vince, ti giustifichi dicendo che hai dei giocatori scarsi o che non seguono le tue direttive. Insomma hai sempre una scusa a cui attaccarti.
Se fai l'arbitro, se arbitri bene è merito tuo, ma se arbitri male sono cavoli tuoi e non puoi incolpare nessuno.
Nel mondo arbitrale CSI ho conosciuto una persona dall'egocentrismo smisurato, Vittorio Bosio, allora presidente provinciale CSI. Ma un formidabile organizzatore. Ora è, da qualche anno, presidente nazionale CSI. E' arrivato in vetta. Mi sarebbe piaciuto vederlo a Perugia alla premiazione del COLLETTIVO CONFUSIONE, diventato campione d'Italia CSI  2022/23.
Terminato l'arbitraggio CSI, ho arbitrato per due anni gli esordienti a 9 (?) FIGC del Trescore , allenati da Eligio Nicolini, nelle partite casalinghe.
Nel 2012 sono rientrato nel GSO come allenatore degli giovanissimi a 11 CSI  avendo come aiutante Nicola. Ho conosciuto così altri padri dei ragazzi dal comportamento non certo educativo.
Questa è la mia modesta esperienza calcistica dilettantistica durata circa quarant'anni.
Ora è il momento dei ripensamenti e devo dire che potevo dare di più. Ho sprecato dei talenti (non solo in campo calcistico) e di questo dovrò rendere conto a Lui.
Ho scoperto sulla mia pelle che nessuno è profeta in patria e che anche nel nostro paesello forse vige la Legge di JANTE.

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