FONTE: bollettino parrocchiale settimanale di Albegno e dintorni.
QUANDO IL CUORE E' COSI' FORTE
Parlando qualche giorno fa con un amico, mi ha fatto questa domanda a bruciapelo: "Sapresti dirmi due caratteristiche che apprezzi di più nei tuoi parrocchiani e due che aborrisci?".
La risposta mi è venuta di getto senza bisogno di pensarci.
Sono partito dai due atteggiamenti che aborrisco perché preferivo concludere con un pensiero positivo: aborrisco l'impulsività e la litigiosità. Ma ciò che apprezzo vale molto di più e copre di gran lunga il negativo: l'onestà e la generosità.
L'ho potuto constatare in varie circostanze e l'ho anche messo in risalto più volte nelle mie riflessioni pubbliche.
Mi commuove ogni volta vedere persone che fanno volontariato nella parrocchia, farmi la relazione di quello che raccolgono nelle varie iniziative calcolando fino al centesimo con una soddisfazione che la dice lunga sulla voglia di essere utili alla parrocchia, tanto che, a volte, per arrotondare i ricavati con i "rotti" ci mettono di tasca propria o si addossano i "rotti" di una uscita.
Senza parlare di chi compra a proprie spese il necessario per l'attività in cui si presta.
Purtroppo però, l'impulsività e la litigiosità, facendo più rumore, impediscono di vedere e di valorizzare queste belle qualità.
Basterebbe poco per accorgersi che sotto atteggiamenti scontrosi e impulsivi ci sta una vera e propria passione per il proprio ruolo e il proprio servizio.
Basterebbe poco per accorgersi che sotto atteggiamenti scontrosi e impulsivi ci sta una vera e propria passione per il proprio ruolo e il proprio servizio.
Questo aiuterebbe a creare quel clima di collaborazione e di sinergia di cui una comunità ha bisogno più del pane. Certo l'ideale sarebbe riuscire ad eliminare l'impulsività e la litigiosità che ne è spesso la conseguenza: sarebbe una manna! Io spero che questo, prima o poi, sarà la ciliegina sulla torta.
Pertanto partiamo da quello che possiamo apprezzare: scopriamolo senza preconcetti e facciamolo diventare la base della collaborazione e il primo inizio di amicizia.
Mi piace qui ricordare uno degli ultimi episodi di onestà e di generosità.
Un gruppo di volontari che si fanno in cento per la parrocchia, si è messo a disposizione per svuotare e risanare la casa di mio cugino che è morto improvvisamente nel novembre scorso.
Si trattava di un lavoro enorme, viste le condizioni in cui si trovava la casa, e al tempo stesso delicato in quanto in mezzo alla montagna di tutto che riempiva ogni vano ed ogni angolo, c'erano anche documenti, denaro e cose preziose.
Un lavoro pesante per il volume di ingombranti da setacciare con ogni precauzione e da smistare per separare ciò che poteva avere un certo valore da ciò che era da buttare al macero.
Un lavoro reso ancora più pesante dal freddo, dalla mancanza di luce, di acqua, di spazi liberi per poter sfruttare come logistica...eppure il gruppo ha continuato a lavorare per giorni con armonia e con punte di gioia ogni volta che da quella montagna di scarti usciva qualcosa di utile o addirittura di prezioso: il tutto consegnato e catalogato con rigorosità certosina.
Che belli trovarsi con persone così; saper che ci si può fidare ciecamente gli uni degli altri e che quello che ognuno fa non è per il proprio interesse personale, ma per il bene comune, anche a costo di rimetterci con il mal di schiena o con il raffreddore o con il naso intasato dalla polvere respirata o dall'odore di ristagno.
Quando il cuore è così forte, prima o poi il sangue risana anche le periferie più deboli del carattere.
don Camillo
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