FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" ottobre 2021.
Articolo: "L'eclisse dell'educazione sessuale" di DANIELE NOVARA.
Può Internet sostituire il discorso educativo sulla sessualità? Chi si occupa oggi di offrire ai ragazzi, nel momento in cui escono dall'infanzia, le coordinate per affrontare l'emergere della loro sessualità e renderla un'esperienza formativa?
Fino a qualche anno fa capitava che un papà mi telefonasse allarmato per segnalarmi che il suo bambino o la sua bambina di 8-9 anni erano finiti, navigando in rete, su qualche sito porno. Chiedeva lumi per conoscere le conseguenze dell'imprevisto. In genere rassicuravo il genitore, cercando di ottenere un impegno a non lasciarli da soli con computer, tablet o smartphone.
Negli ultimi tempi, queste telefonate sono scomparse. Il dubbio - forse una certezza - è che la moda di regalare smartphone ai bambini, magari proprio in occasione della Prima comunione, abbia creato una situazione di difficile controllo, in particolare con il libero accesso a siti di film dell'orrore o porno che rappresentano delle vere e proprie minacce sul piano emotivo. I bambini possono rimanere traumatizzati da immagini insostenibili per la loro età.
Tuttavia, questo non è che l'antefatto. Ritengo grave l'eclissi dell'educazione sessuale per i nostri ragazzi e ragazze. Da un dispositivo digitale l'accesso a un sito porno può avvenire in pochissimi secondi. Quando mamma e papà verificano la cronologia dei propri figli - dagli 11-12 anni - su Internet, scoprono quasi sempre la presenza di questi contenuti che peraltro in Rete sono i più cliccati (nell'ultimo anno registrano un aumento di fatturato attorno al 50 per cento).
Ma si può parlare di educazione sessuale sui siti porno? Davvero Internet può sostituire un discorso educativo sulla sessualità? Chi si sta facendo carico di questa imprescindibile necessità di offrire ai ragazzi, nel momento in cui escono dall'infanzia, le coordinate per affrontare l'emergere della loro sessualità in modo da farne un'esperienza formativa?
Anzitutto va ricordato che i bambini non dovrebbero accedere a Internet liberamente. Il loro cervello non è pronto. Ottimo il Parental control, un filtro che impedisce l'accesso a siti inopportuni. Il problema, però, sorge quando l'infanzia finisce, ossia attorno ai 10-11 anni. I ragazzi e le ragazze meritano altro, non certo di dover subire un'intrusione come quella dei siti porno basati su una visione usa e getta del corpo. Al punto che la "prima volta" rischia di diventare un'incombenza come tante. La questione di fondo, dunque, è che la rinuncia a una vera educazione sessuale da parte del mondo adulto rischia di lasciare una prateria sterminata a questo invadenze.
Bisogna pertanto che la scuola italiana, come avviene quasi ovunque in Europa, si ponga finalmente il problema di offrire ai suoi alunni preadolescenti non solo le informazioni scientifiche adeguate, ma una collocazione della sessualità in un processo di crescita, ossia nella formazione di ragazzi e ragazze in grado di affrontare le proprie sfide. Senza lasciarli a se stessi mentre smanettano alla ricerca di immagini per soddisfare sia una curiosità morbosa ma anche quell'apprendimento che il mondo dei grandi sembra disinteressato a offrire.
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