Questo articolo è pubblicato in questa rubrica, perché alimentare i sogni riguarda le persone di tutte le età, ma soprattutto i giovani.
FONTE: Sportweek #44.
Articolo: "Rugani, non rinunci ai sogni" di LUIGI GARLANDO.
Rugani, non rinunci ai sogni
Sembrava un predestinato, ma a 27 anni il difensore continua a non trovare spazio nella Juventus. Non sente il bisogno di andare a giocare altrove?
Caro Daniele Rugani,
con questa mia voglio confidarle alcune riflessioni che ho fatto domenica a San Siro, all'annuncio delle formazioni di Inter-Juve. Bonucci e Chiellini ancora una volta titolari. Eterni.
Mi chiedevo: quanto dev'essere frustrante, per De Ligt, al terzo anno Juve, fare ancora la riserva di un difensore di 37 anni?
E poi: quanto è lontano dal campo Daniele Rugani che ha davanti i due mammasantissima e l'olandese?
Al momento in cui le scrivo, dopo Inter-Juve, non si è ancora disputato il turno infrasettimanale. Quando riceverà questa mia, lei potrebbe aver debuttato in campionato contro il Sassuolo. Ad oggi, la sua stagione alla Juve si riduce ai tre minuti finali contro il Malmoe. Zero presenze in campionato.
Eppure di lei un tempo si parlava come di un predestinato. Il giovane difensore che non prendeva mai ammonizioni. Elegante e buono come Scirea, predestinato come Romagnoli.
"Quei due ragazzi arrivano in alto di sicuro", giuravanno tutti.
Infatti lei ha raggiunto tutto molto in fretta: la prima squadra dell'Empoli, la serie A, la Juve, la Nazionale... Poi sono cominciate le attese. Quando la precettavano, lei rispondeva sempre presente.
Ricordo la sua bellissima prestazione in casa dell'Ajax di De Light: lei stravinse il duello con l'olandese. Solo che Matthijs si è trasferito a Torino e le è passato davanti.
Vengo alla domanda secca: perché non va a giocare altrove? Ventisette anni sono troppo pochi per ridursi come Piloni e gli antichi portieri di riserva che non giocavano mai. Hai visto il suo ex compagno Demiral, all'Atalanta? Ha segnato al Manchester United nello Stadio dei Sogni. Si vive per emozioni del genere. Non è stato gratificante, nella stagione scorsa, inseguire e raggiungere la salvezza con il Cagliari, di cui è stato valido protagonista?
Suo figlio Tommaso ha appena compiuto un anno. Giusto? Un giorno vorrà sentire i racconti del babbo. Lei ne ha già molti, ma ne servono ancora. Vada a giocare da qualche parte, anche a costo di rinunciare allo stipendio e al confort della Juventus, si riempia le tasche di ricordi. Non può raccontare a Tommaso stagioni vissute in panchina. Deve giocare partite, segnare gol come quello alla Dinamo Zagabria, in Champions, deve inseguire titoli e record. Quello di primo calciatore ad ammalarsi di Covit non vale.
Il tempo passa, Daniele, la parabola della carriera ha già curvato verso il basso, ma 27 anni sono troppo pochi per rinunciare ai sogni. Coraggio.
Caro Daniele Rugani,
con questa mia voglio confidarle alcune riflessioni che ho fatto domenica a San Siro, all'annuncio delle formazioni di Inter-Juve. Bonucci e Chiellini ancora una volta titolari. Eterni.
Mi chiedevo: quanto dev'essere frustrante, per De Ligt, al terzo anno Juve, fare ancora la riserva di un difensore di 37 anni?
E poi: quanto è lontano dal campo Daniele Rugani che ha davanti i due mammasantissima e l'olandese?
Al momento in cui le scrivo, dopo Inter-Juve, non si è ancora disputato il turno infrasettimanale. Quando riceverà questa mia, lei potrebbe aver debuttato in campionato contro il Sassuolo. Ad oggi, la sua stagione alla Juve si riduce ai tre minuti finali contro il Malmoe. Zero presenze in campionato.
Eppure di lei un tempo si parlava come di un predestinato. Il giovane difensore che non prendeva mai ammonizioni. Elegante e buono come Scirea, predestinato come Romagnoli.
"Quei due ragazzi arrivano in alto di sicuro", giuravanno tutti.
Infatti lei ha raggiunto tutto molto in fretta: la prima squadra dell'Empoli, la serie A, la Juve, la Nazionale... Poi sono cominciate le attese. Quando la precettavano, lei rispondeva sempre presente.
Ricordo la sua bellissima prestazione in casa dell'Ajax di De Light: lei stravinse il duello con l'olandese. Solo che Matthijs si è trasferito a Torino e le è passato davanti.
Vengo alla domanda secca: perché non va a giocare altrove? Ventisette anni sono troppo pochi per ridursi come Piloni e gli antichi portieri di riserva che non giocavano mai. Hai visto il suo ex compagno Demiral, all'Atalanta? Ha segnato al Manchester United nello Stadio dei Sogni. Si vive per emozioni del genere. Non è stato gratificante, nella stagione scorsa, inseguire e raggiungere la salvezza con il Cagliari, di cui è stato valido protagonista?
Suo figlio Tommaso ha appena compiuto un anno. Giusto? Un giorno vorrà sentire i racconti del babbo. Lei ne ha già molti, ma ne servono ancora. Vada a giocare da qualche parte, anche a costo di rinunciare allo stipendio e al confort della Juventus, si riempia le tasche di ricordi. Non può raccontare a Tommaso stagioni vissute in panchina. Deve giocare partite, segnare gol come quello alla Dinamo Zagabria, in Champions, deve inseguire titoli e record. Quello di primo calciatore ad ammalarsi di Covit non vale.
Il tempo passa, Daniele, la parabola della carriera ha già curvato verso il basso, ma 27 anni sono troppo pochi per rinunciare ai sogni. Coraggio.
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