TESTO DI ROBERTO CAROZZI
Anno 1704. Zandobbio e Selva sono riunite in una unica comunità di 808 persone a maggioranza contadina retta da don Cristoforo Marini (1690-1728), sacerdote zelante e benestante, che diede inizio alla costruzione della chiesa attuale e che con la Dedicazione e titolo di Prepositurale avvenuta il 20 maggio del 1717, fu il primo a ricoprire il titolo di parroco. Alla sua morte fu sepolto sul presbiterio e la sua tomba è stata ritrovata durante i recenti restauri ed ivi lasciata.
Appena ultimata la costruzione (1709) ecco fare il suo ingresso il confessionale dei Fantoni, uno spettatore di riguardo che vedrà completare la chiesa in tutta la sua bellezza durante i 200 anni della sua permanenza a Zandobbio.
Il coro di Illipronti (1716), l'altare maggiore (1722) e la sua consacrazione (1734), il pulpito di Illipronti (1741), le grandi tele e gli altari laterali (1653-1745), balaustre e cantorie (1749), il pavimento (1875) - il pavimento attuale è copia esatta del precedente - il primo organo "Serassi" (1740?) e l'attuale organo "Bossi" (1820), in campanile (1883) e le campane (1885).
Nel 1900 (atto di vendita) ad opere ultimate il confessionale torna a Bergamo nella Basilica di Santa Maria Maggiore.
200 anni sono occorsi per completare questa chiesa, quando Zandobbio e Selva sono ancora una comunità unica e vi sono 1723 abitanti, sempre a maggioranza contadina, che ci hanno lasciato l'impegno di conservarla e tenerla viva. Una chiesa costruita secondo le regole del Concilio di Trento: a navata unica con presbiterio sopraelevato in modo tale che da qualsiasi punto ci si trovi lo si possa vedere e con il pulpito debordante dai muri da dove proclamare la Parola di Dio.
Intitolata a San Giorgio, cavaliere contro le ingiustizie e il male, ereditando il nome dalla antica chiesa presso il cimitero a sancire una continuità devozionale.
300 anni in cui parroci e parrocchiani si sono sostenuti a vicenda per formare e rafforzare la comunità, certi di aver ben operato e si è voluto ricordare questo anniversario con una serie di conferenze e allestire una mostra di arredo sacro e paramenti liturgici del 1700.
FOTO DI SERGIO FINAZZI