giovedì 4 maggio 2017

DON CAMILLO. Testamento biologico




FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.

TESTAMENTO BIOLOGICO

A breve si discuterà in parlamento sulla proposta di legge riguardante il testamento biologico. A breve si intende entro il mese di marzo.
Il confronto su questo tema comunque è già in atto da tempo tra i diversi  modi di concepire la vita. Si chiede che venga riconosciuto dall'ordinamento giuridico italiano il diritto di decidere, mentre si è in vita, sul trattamento che si desidera avere in caso di malattia invalidante e irreversibile, mettendolo per iscritto e indicando la persona che faccia da referente per la messa in atto di tale volontà in caso di impossibilità di intendere dell'interessato.

Premesso che non si può imporre di vivere a chi non vuole vivere, la visione cristiana della vita ha un suo messaggio su tale argomento.
Parte dalla considerazione che la vita è un dono di Dio, un Dio che amando in  modo paradossale l'uomo, non gli offre un dono qualsiasi o scadente, ma il più prezioso e il più bello possibile. Chi ama Dio sa tutto questo; perciò guarda alla vita come ad un concentrato di possibilità anche quando non si presenta con tutti i canoni di "normalità" che noi siamo soliti considerare, ma anche quando, per qualsiasi motivo, si inceppa e perde in parte più o meno grave alcune o molte sue abilità.
La sofferenza, che sia dovuta a condizioni genetiche o a una malattia o a incomprensioni o a fallimenti, non è mai un valore, né un bene da cercare. Là dove è possibile va sempre curata per cercare di alleviarla; meglio ancora di guarirla.
Quando questo non è possibile, non è una sconfitta, ne tanto meno una maledizione. Diventa una condizione nella quale si possono scoprire nuove opportunità per qualificare la vita stessa.
Gesù non ha cercato né l'incomprensione, né il fallimento nei rapporti con la cultura del suo tempo, né la croce. Semplicemente li ha accolti trasformandoli in occasioni per testimoniare con più forza ed efficacia la novità dell'amore che abbraccia i nemici e fa del bene a chi fa del male trasformando così anche la croce, da strumento di tormento e di umiliazione, in occasione di radicale e definitivo rinnovamento.

E' questa l'ottica evangelica riguardo alla vita in condizioni più o meno vegetativa o terminale che paradossalmente può diventare preziosa opportunità di cogliere l'essenzialità per chi la sperimenta personalmente, sostenuto dalla grazia di Dio, e occasione speciale per crescere nella Carità per chi è in particolare relazione affettiva con il sofferente o è chiamato ad assisterlo.
In 1Pt6-7 leggiamo: "Perciò siete ricolmi di gioia anche se ora dovete essere per un po' di tempo afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell'oro che pur destinato a ferire tuttavia si prova con il fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo".
S. Pietro si riferiva alla sofferenza della persecuzione che tormentava i cristiani del suo tempo; ma il messaggio si allarga ad ogni tipo di sofferenza che non è e che non può essere più forte della vita e della Grazia di Dio che la alimenta.

                                       Don Camillo 



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