giovedì 11 maggio 2017

SALUTE. I test delle allergie


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 24/03/17.
ARTICOLO: "Allergie in arrivo, ma si litiga sui test" di MICHELE BOCCI.

Firenze. Con la primavera, insieme all'allergia, quest'anno arriva anche la guerra dei test per diagnosticarla. I medici di famiglia ora non possono più prescriverli e si scagliano contro la legge che ha dato ai soli specialisti il compito di ordinarli.
"Il nuovo sistema costringerà i pazienti a pagare un super ticket" dicono dalla Fimmg, il sindacato più rappresentativo della categoria.

La norma contestata è quella sui nuovi Lea, i Livelli essenziali di assistenza sanitaria che tutte le Regioni devono garantire. Nel testo, tra le tante altre cose, si stabilisce che gli esami per cercare le allergie (compresi quelli cutanei), devono essere prescritti dagli allergologi.
"In questo modo i malati si troveranno a pagare di più per essere visitati dallo specialista" accusa Silvestro Scotti della Fimmg. "Ricordiamo che gli italiani che soffrono di questi problemi sono dieci milioni".
Secondo i medici di famiglia, i cittadini dovrebbero continuare a essere seguiti da loro, almeno quando la malattia, magari dovuti ai pollini, non si presenta in forma grave.

Il ticket sui test cutanei per l'allergia costa in media tra 24 e 33 euro, a seconda della Regione.
"Questa spesa tocca e toccava comunque a tutti, al di là di chi prescrive i test" replica Walter Canonica allergologo dell'Humanitas di Milano e presidente della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica. 
La novità, adesso, è la visita dello specialista, che costa da 25 a 36 euro, sempre in base alla Regione nella quale si risiede.
"Indirizzare  i pazienti subito a noi mi pare sensato. Oggi si sta affermando la diagnostica molecolare, che può essere costosa e comporta conoscenze, appunto, specialistiche" aggiunge Canonica.

C'è, poi, un altro problema. Quasi tutte le allergologie pubbliche hanno lunghe liste di attesa, soprattutto in primavera. Indirizzare ancora più cittadini verso queste strutture potrebbe intasarle definitivamente. O magari spingere i pazienti verso quelle private.

"Eravamo comunque noi a eseguire i test cutanei, anche quando la prescrizione la faceva un medico di famiglia" dice ancora Canonica. "Perciò le liste non cresceranno. Piuttosto, se il paziente viene valutato da uno specialista, la richiesta di accertamenti sarà più appropriata e mirata. A vantaggio del paziente e anche del sistema sanitario".


Nessun commento: