giovedì 17 novembre 2016

SCUOLA. Videogiochi proibiti in classe


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 28/10/2016.
ARTICOLO: "Videogame vietati in aula i genitori contro il preside" di DANIELA D'ANTONIO.

C'era una volta l'incontro trimestrale con i professori. I figli più sfortunati erano costretti ad assistere e non era raro che, davanti all'ira del genitore, il docente difendesse l'alunno somaro nel timore che il rimprovero si tramutasse in pubblica umiliazione.
Poi sono arrivati Facebook e i gruppi su WhatsApp, professori e compiti a casa sono diventati i nemici pubblici, la prole è diventata vittima da difendere, lo scambio (di opinioni) tra genitori e docenti ha perso la cadenza  trimestrale ed è diventato quotidiano.
Non sorprende, così,  che davanti a un banale avviso spedito a casa degli alunni della elementare Don Bosco di Bergamo si sia scatenato un dibattito accesissimo (ovviamente virtuale) che da giorni tiene banco in città.
Stavolta a innescare la protesta è stato l'accesso a generi di prima necessità come l'acqua, il cibo e i videogiochi.
Stanco dei bivacchi in classe, infatti, il dirigente ha vietato bibite e merendine durante le lezioni relegandone il consumo all'intervallo.
Apriti cielo, anche perché tra le cose proibite sono finiti i videogiochi.
Noi non ci stiamo, hanno protestato i genitori ovviamente su Facebook.
"I bambini possono andare in bagno, durante la lezione, e bere alla fontanella, ma sui videogiochi non cedo, limitano la socialità" è stata la difesa del dirigente che proprio quando pensava di averla scampata ha confessato il suo essere antico e incautamente ha invocato il peggior amico del dibattito sui social: il buonsenso.

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