QUESTO POST L'HO PUBBLICATO IL 12/03/14 NELLA RUBRICA "VIVERE INSIEME".
LO RIPROPONGO NELLA RUBRICA "SALUTE", ESSENDO SEMPRE DI PRESSANTE ATTUALITA'.
Qualche giorno fa, nel riordinare il portafogli, ecco saltar fuori una tesserina, dove dichiaro di essere favorevole al prelievo dei miei organi dopo la morte.
Anche se ho sempre manifestato ai miei familiari questo desiderio, non ricordavo di aver formalizzato qualche anno fa questa mia volontà.
Sono un po' perplesso. Ormai il mio prossimo compleanno scandirà i 65 anni e, nonostante goda buona salute, mi viene il dubbio che ormai i miei organi siano usurati e quindi non più adatti per un trapianto.
La tentazione è di stracciare la tesserina, ma non lo faccio e la ripongo nello stesso scompartimento da cui era saltata fuori.
Ieri compero il Corriere della Sera, anziché la Repubblica, il mio quotidiano preferito.
Ogni tanto mi piace vedere come sono fatti anche gli altri giornali: un confronto è sempre doveroso.
Il Corriere della Sera dedica ben 4 pagine a LUCIO PARENZAN, il grande cardiologo degli Ospedali Riuniti di Bergamo, scomparso nei giorni scorsi.
E' l'articolo "L'ultima lezione il dono delle cornee" di GIUSEPPE REMUZZI, che mi ha spinto a scrivere questo post.
Doverosa premessa è dire chi è GIUSEPPE REMUZZI, per chi non lo conoscesse di fama.
Tutte le notizie sotto riportate sono state estrapolate dalle 4 pagine di cui si è parlato sopra.
Il prof. GIUSEPPE REMUZZI è il Direttore dei Dipartimenti di medicina e dei trapianti all'Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo ed è anche coordinatore delle ricerche presso l'Istituto Mario Negri di Bergamo. Egli concentra la sua attività scientifica sui meccanismi delle malattie renali ed è stato giudicato tra i 400 ricercatori più influenti al mondo.
Il prof. GIUSEPPE REMUZZI dice nel suo articolo che "Lucio Parenzan aveva deciso che se fosse morto di morte del cervello avrebbe lasciato i suoi organi.
.........Quel desiderio non lo si è potuto esaudire, del tutto almeno. Anche se le cornee del professor Parenzan ridaranno la vista a qualcuno che l'aveva persa. Come nei miracoli di una volta. Così Parenzan ci aiuta un'altra volta: a raggiungere un obiettivo che ci siamo posti da tempo; che nessuno almeno a Bergamo dica "no" se gli si chiede che gli organi dei suoi cari, dopo la morte, possano andare a chi ne ha bisogno per vivere. In Lombardia i "no" sono 2 o 3 su 10 a seconda degli Ospedali."
Nel prosieguo del suo articolo il professore dice ancora:
".....Parenzan è morto a quasi 90 anni, vuol dire che si possono utilizzare anche organi di persone anziane o molto anziane? Qualche volta sì, si può fare. Ma andiamo con ordine. Vent'anni fa dei reni trapiantati a Bergamo nessuno proveniva da donatori con più di 60 anni. Oggi a Bergamo i donatori anziani sono più della metà di tutti i donatori e nel giro di 10 anni i donatori anziani saranno 7 su 10."
".....i reni di donatori anziani si possono utilizzare e che i risultati a distanza sono davvero molto buoni."
".....Dei donatori anziani si può utilizzare soltanto il rene? No, persone che muoiono a 70 anni e anche a 80 anni per morte del cervello possono donare anche il fegato."
Il professore conclude il suo esauriente articolo con queste parole:
"La generosità del professore Parenzan e dei suoi familiari convincerà tanti che lasciare i nostri organi quando a noi non servono più a chi ne ha bisogno per vivere, è un dovere come assistere gli anziani e vaccinare i bambini. Si tratta di saperlo spiegare con garbo e sensibilità. "Perché portarsi gli organi in Paradiso? - c'è scritto nell'ufficio di molti chirurghi del trapianto negli Stati Uniti - il Paradiso sa che ne abbiamo bisogno qua."
In conclusione: ho fatto bene a non stracciare la tesserina.
Molte volte l'ignoranza delle cose fa commettere errori.
Quindi un invito: leggete, leggete, leggete.
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