giovedì 14 aprile 2016

VIVERE INSIEME. La quaresima in tenda


FONTE: MISSIONARI SAVERIANI - 2016 MARZO N° 3

LA QUARESIMA IN TENDA

don GIANLUCA, don ANDREA, don ALESSANDRO e don EMANUELE

Pubblichiamo la lettera di quattro sacerdoti della diocesi di Bergamo che hanno spiegato ai loro parrocchiani e non solo la scelta di vivere quaranta giorni sulla strada.

"Abbiamo deciso di abitare in una tenda allestita sul sagrato della chiesa di Ambivere, con un po' di cibo e acqua da bere, un bagno per lavarci e un materasso per dormire. E' più di quanto molti esseri umani possono permettersi. I poveri speravano che l'Europa fosse un luogo dove l'umanità venisse prima della cittadinanza, del benessere, delle differenze religiose, prima di ogni altra cosa. Si sbagliavano.
Il pensiero diffuso è che la loro situazione non dipenda da noi che abbiamo già i nostri grattacapi. Al pari dei singoli Paesi europei, anche i diversi settori dell'amministrazione statale scaricano sugli altri la responsabilità, adducendo confusione normativa, paventando rischi di terrorismo e brandendo contro i poveri le croniche insufficienze dell'assistenza ai cittadini italiani.
Si usano i poveri di casa nostra contro i poveri alla nostra porta. A cominciare dalle regioni fino ad arrivare a molte amministrazioni comunali la risposta è sempre la stessa: per loro non c'è posto. Le parrocchie e i cristiani non si stanno comportando meglio. "Ci pensi la Caritas", dicono.
Neppure l'invito dell'amato papa Francesco riesce a scuoterli ("Pensate ai tanti profughi che sbarcano in Europa e non sanno dove andare").
Noi sacerdoti non possiamo rovesciare le sorti dei poveri. Però possiamo stare dalla loro parte. Stiamo in una tenda per dire che non  siamo disposti ad accettare un sistema che procura benessere a noi, provocando sofferenza a qualcun altro. Si tratta di un segno temporaneo, fino a Pasqua. Poi si vedrà."



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