giovedì 10 dicembre 2015

FILM. Io e lei


Diretto da Maria Sole Tognazzi, il film ha per protagoniste Margherita Buy e Sabrina Ferilli.

Marina e Federica sono una coppia stabile che convive da 5 anni. 
Marina è un ex attrice e un'imprenditrice di successo che ha sempre saputo di essere lesbica, ma che per esigenze di lavoro ha aspettato qualche tempo a fare outing.
Federica è architetto, è stata sposata, ha un figlio ormai adulto, e dopo il divorzio si è innamorata di Marina, la sua prima relazione omosessuale. Ma non si considera lesbica e non gradisce che la sua convivenza diventi di dominio pubblico.
Quando Federica si imbatte in una figura del proprio passato il rapporto fra le due donne si incrina e vengono alla luce tutte le loro fragilità.
Maria Sole Tognazzi si cimenta ancora una volta con quelle figure femminili che popolano la realtà italiana contemporanea ma sembrano essere bandite dal nostro cinema: donne complesse, contraddittorie, non riducibili a un ruolo tradizionale ma in cerca di una propria identità da inventarsi ogni giorno, scevra da compromessi e aspettative.
Anche Io e lei è privo di moralismi e prese di posizione aprioristiche e sceglie di raccontare  una storia d'amore che solo incidentalmente ha luogo fra persone appartenenti allo stesso sesso, riproponendo dinamiche di coppia universalmente riconoscibili.
L'irrequietezza di Federica, donna adulta assai meno risoluta di Marina, è un modo di non accettare fino in fondo la propria natura profondamente anticonvenzionale, che va ben al di là delle scelte sessuali.  Per conto Marina rinuncia, per amore, a pretendere da Federica quella coerenza che a lei è costata non poca fatica.
Seguendo l'esempio della urban comedy d'oltreoceano (alla Nora Ephron o alla Woody Allen per intenderci) e tenendo come faro l'equilibrio fra autorialità e appeal commerciale di I ragazzi stanno bene, Io e lei racconta la quotidianità di una coppia omosessuale senza cedere agli stereotipi (con la possibile eccezione del cameriere filippino), esplorando la complessità degli equilibri fra persone che si amano ma che non per questo rinunciano alla propria unicità.
La sceneggiatura (della regista insieme a Francesca Marciano e Ivan Cotroneo) è raffinata e credibile, si declina su dimensioni socioculturali diverse (benché dia più spazio all'ambiente altoborghese) e mantiene un tono divertito anche nei momenti dolorosi, un sottotesto dolente anche nei momenti comici.
Il cast corale funziona in modo magistrale e Margherita Buy mette a frutto la sua intrinseca vaghezza per rappresentare i dubbi esistenziali di Federica. Ma Io e lei appartiene a Sabrina Ferilli, irresistibile nei panni di Marina, una donna completa che non rinuncia alle proprie radici ma che ha voluto diventare la donna che sapeva da sempre di essere. Non c'è saccenza nella sua interpretazione, né facili concessioni alla macchietta: non solo quella della lesbica "maschile", ma anche quella della ex attrice coatta, o della donna manager carrierista. La sua Marina è, semplicemente, una persona reale, piena di tenerezza e ironia, di passione e curiosità, e non permette a nessuno di dirle chi è, o chi deve amare.

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