FONTE: Notiziario parrocchiale settimanale di Albegno e dintorni.
L'OLIO DELLA SPERANZA
E' arrivato il tempo della raccolta delle olive.
Quest'anno però, pare che sia un anno di magra.
Gli ulivi hanno prodotto poco e la micidiale mosca ha segnato anche quel poco.
Certamente le cause sono da cercare nel clima che sembra impazzito e nelle stagioni che si presentano tutte sballate.
Ma non vedo fuori luogo una lettura simbolica del fenomeno, visto che tutto quello che accade porta con sé provocazioni e stimoli per riflettere ad andare oltre ciò che viene osservato.
Così anch'io accetto di lasciarmi condurre da questa apertura e mi azzardo a pensare che anche l'ulivo si ribella alla nostra cultura di violenza e di guerra.
Mi sembra di sentirlo parlare così: "A che scopo fornire il mio olio così ricco di proprietà che fanno bene alla vita del corpo e dell'anima, se poi chi ne gode i benefici non fa altro che sfregiare e distruggere la vita?"
L'ulivo è una pianta di pace e il suo olio fa pensare alla bonaccia e alla tranquillità: ma come può stare tutto questo in mezzo a guerre spietate che scoppiano a catena interminabili e a bufere che agitano continuamente la convivenza civile?
Qualche pianta, è vero, ha prodotto ancora qua e là in qualche nostro giardino.
In questo posso vedere qualche spiraglio di speranza e il "nel resto" che rimane per fare memoria di un bene prezioso che abbiamo trascurato e, Dio lo voglia, anche per fare da seme, per un rilancio futuro.
Sorprendentemente, l'ulivo cresciuto nel giardino della vecchia canonica ha fruttato in modo inverosimile: mai visto così carico in questi 7 anni.
Così pure i 3 ulivi piantati nei giardini dell'oratorio.
Perfino quello piantato solo qualche mese fa nella nuova aiuola davanti alla sala compleanni ha voluto fare la sua parte: piccola ma significativa trattandosi di una pianta non ancora del tutto acclimatata.
Anche qui mi piace leggere un messaggio di speranza, o, se si vuole, un invito a credere nella possibilità che abbiamo come Parrocchia, e in particolare come Oratorio, di costruire una Comunità capace di produrre una ricca vitalità fisica e spirituale e un'oasi dove si sperimenta la gioia di stare insieme nel rispetto reciproco e nella collaborazione sincera.
Per questo mi sono appassionato a raccogliere le olive e l'ho fatto anche nei giorni scorsi perlustrando i giardini di Albegno e sconfinando anche a Treviolo: il tutto per non lasciar perdere questi spunti di speranza e poterli ridistribuire come olio puro e integro, a chiunque è disponibile a credere nella potenza dello Spirito che passa anche attraverso i frutti della terra e del lavoro dell'uomo.
don Camillo
Nessun commento:
Non sono consentiti nuovi commenti.