martedì 18 aprile 2023

VIVERE INSIEME. Spreco alimentare in Italia

 

FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 03/02/23.
Articolo: "Che spreco di energia buttare cibo" di ROSARIA AMATO.

FRUTTA  FRESCA. MA ANCHE PANE E INSALATA. I PRODOTTI CHE PIU' SPESSO LASCIAMO ANDARE A MALE SONO PROPRIO QUELLI CON I MAGGIORI RINCARI. MA C'E' ANCHE UN'ALTRA "PERDITA" ALLA QUALE NON SI PENSA.


Vale quasi 6 miliardi e mezzo lo spreco alimentare in Italia nel 2022, un quinto delle risorse impiegate dall'ultima legge di Bilancio.
Una cifra enorme in un Paese in cui ci sono cinque milioni e mezzo di poveri. Soprattutto in un momento in cui l'inflazione è dell'11,6 per cento, e i rincari alimentari seguono a ruota quelli energetici. Ed è proprio il rincaro dell'energia a far compiere un balzo in avanti al valore del cibo gettato via in un anno: calcolando l'"energia" utilizzata per produrre gli alimenti che finiscono nell'immondizia si arriva a 11,63 miliardi di euro.
Una questione economica, dunque, oltre che etica, tanto che in Cina dal 2021 lo spreco di cibo viene sanzionato con pesanti multe. Mentre in Italia, in occasione della Decima giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, il 5 febbraio, si prova a migliorare i comportamenti di consumo con lo Sprecometro, una app appena lanciata, già testata dai nuovi licei di Transizione ecologica e digitale.
Nel 2022, anno di forte ripresa delle attività e degli spostamenti, dopo il rallentamento forzato della pandemia, nelle nostre case abbiamo gettato via ogni giorno in media  75 grammi di cibo a persona, comunque il 12 per cento in meno rispetto al 2021, calcola l'Osservatorio Waste Watcher.
Buttiamo proprio i prodotti che hanno maggiormente subito i rincari, e cioè la frutta fresca, seguita dal pane e da insalate e verdure. Colpa soprattutto della disattenzione: perché i prodotti si dimenticano nel frigo e vanno a male, perché li si acquista già scaduti o sul punto di scadere, o perché semplicemente si esagera, temendo che la dispensa resti vuota.
Non sempre dipende dalla disponibilità economica: sprecano di più il Mezzogiorno e le famiglie meno abbienti, in compenso fanno molta più attenzione i nuclei con figli. Che  con il caro bollette degli ultimi mesi hanno già dovuto affrontare diverse rinunce.
Secondo l'Osservatorio, quasi la metà degli intervistati ha ridotto le spese per gli svaghi e il 42 per cento ha tagliato gli acquisti di abbigliamento. Mentre il 18 per cento ha ridotto le spese alimentari: un allarme che emerge anche dai dati Istat, dove, a fronte di un aumento del 6,3 per cento della spesa alimentare a novembre in valore, per via dell'inflazione, c'è una ruduzione percentuale quasi equivalente in termini di quantità.

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