lunedì 26 dicembre 2022

STORIE DI VITA DI ZANDOBBIO. La Patirana. 2

 



Il sindaco dell'epoca era il maestro Guglielmo Belotti, morto nel 1926, padre di sette figli che da via Trento si
trasferì nel Castello oltre la chiesa parrocchiale, in via C. Battisti.
La nonna aveva una sorella, Maria nata nel 1880, andata in sposa all'avvocato Attilio Pizzigoni e morta a 24 anni di parto, lasciando due bambini piccolissimi: Giuseppino e Giovannino.
In occasione delle sue nozze, Maria Patirani donò alla chiesa parrocchiale di Zandobbio una bella riproduzione dell'agnello  pasquale ricamata su seta con fili d'oro e d'argento dalle suore di clausura del monastero di San Benedetto in Bergamo: era il 15 agosto del 1900.
Da quella data molti parroci si sono susseguiti nella cura della parrocchia don Giovanni Battista Crotti, don Giacomo Gritti, don Gerolamo Perego, don Angelo Bosis, don Emilio Pagani, don Camillo Brescianini e don Giampaolo Mazza.
Quando don Giampaolo ha visto che questo bel lavoro di ricamo, espressione significativa della fede di un'antica parrocchiana, era molto degradato dall'usura del tempo, ha voluto farlo restaurare dalle suore  di clausura che abitano ora lo stesso monastero di San Benedetto a Bergamo. Ed è grazie a ciò che noi parrocchiani attuali possiamo ammirare l'agnello pasquale posizionato al centro del paliotto dell'altare maggiore della chiesa parrocchiale.
Quel Giuseppino, figlio di Maria Patirani, nato a Bergamo nel 1901, è diventato l'architetto Pino Pizzigoni, molto conosciuto e stimato nell'ambiente degli artisti e dei pittori dell'Accademia Carrara e che ha progettato nei primi anni sessanta il municipio e l'asilo di Zandobbio.
Il figlio Giovannino è diventato l'avvocato Gianni Pizzigoni, illustre maestro del foro bergamasco.
La mia nonna Carolina aveva anche un fratello Giuseppe morto di tifo a 18 anni, quando era ancora studente del collegio dei padri barnabiti di Lodi, dove si preparava a diventare avvocato come suo padre Giuseppe.
L'avvocato Giuseppe Patirani Colombo alla fine  dell'Ottocento fu consigliere comunale  a Zandobbio  e a Trescore, era fabbricere parrocchiale e contemporaneamente membro della Congregazione di Carità della chiesa di Santa Maria Maggiore in Bergamo.
Quando il confessionale di Andrea Fantoni, opera eccelsa dell'arte lignea, che ornava la chiesa parrocchiale di Zandobbio da duecento anni, dovette essere restaurato completamente, i parrocchiani di Zandobbio, con grande dispiacere, non potendo affrontare la spesa, decisero di cederlo per cinquemila lire alla Basilica di Santa Maria Maggiore, dove si può ammirare ancora oggi.
L'avvocato Giuseppe Patirani Colombo il 2 luglio del 1900 discusse, insieme agli altri consiglieri, il contratto di vendita, ma si astenne dal voto per incompatibilità di cariche, ma giudicò positiva la scelta operata. (Chi volesse sapere meglio come si arrivò a decidere per la vendita del confessionale di Andrea Fantoni, può rileggere da pag. 132 e seguenti, tutta la storia scritta nel libro "Zandobbio nella storia delle sue chiese" d. Angelo m. Rinaldi e Angelo Meli).
E' per questo figliolo morto a diciotto anni che l'avvocato Giuseppe Patirani Colombo fece erigere la cappella mortuaria nel cimitero di Zandobbio, affidando l'opera all'architetto Virginio Muzio, artista di grande pregio, che la realizzò non disdegnando l'aiuto dei picaprede locali. Il Daniele Vescovi, falegname da tutti conosciuto e stimato in paese,  mi ha infatti raccontato personalmente che i due ciuffi di fiori, scolpiti uno a destra e uno a sinistra della facciata della cappella, sono stati eseguiti da suo padre.
Recentemente questo monumento, che ha più di cento anni, ha avuto bisogno di opere di ripristino del suo aspetto esteriore e, avendone io ottenuto dai miei coeredi l'incarico ho provveduto a farlo restaurare, per testimoniare ai miei contemporanei quanto rispetto, quanta gratitudine e quanto affetto provo per i miei avi.
Tutti sanno, a Zandobbio e in città, che i Vescovi sono una famiglia di scultori del marmo di Grena. Questo bel marmo con venature rosee proveniente dalla cava di via della Vena o quello bianchissimo delle cave della frazione Selva, hanno nell'800 fornito materiale per molti bei monumenti realizzati in tutta Italia, fino a Roma.
A Bergamo, in Città Alta, la fontana al centro di Piazza Vecchia, opera del Contarini e dono del podestà, è  tutta in marmo di Zandobbio e così la facciata della biblioteca ornata di grandi statue marmoree, opera dei Vescovi, scultori in Zandobbio.
Nel '900 i giovani di Zandobbio hanno proseguito nello sfruttamento di questo territorio, così ricco di marmo, impiegandolo in maniera più utilitaristica e molte famiglie si sono date alla produzione di granulati di marmo con metodi industriali e fondando imprese che ancor oggi producono ricchezza. I figli dei figli di quei contadini  mezzadri dell'800 sono ora grossi imprenditori, hanno adeguato ai tempi moderni la loro produzione ed esportano in tutto il mondo.
Ai tempi di mia nonna Carolina il lavoro si esprimeva con grande fatica fisica, col sudore della fronte; oggi i giovani devono studiare per appropriarsi delle dinamiche del lavoro industriale che richiede capacità organizzative, conoscenza dei problemi di mercato, Know how dei mezzi tecnologici a loro disposizione.
Di fronte al castello abitava il curato di allora, don Guerino Caproni, che generosamente metteva la sua abitazione a disposizione dei ragazzi che volevano ritrovarsi per giocare  a ping-pong, a scacchi, a carte.
Era l'inizio di quell'oratorio che i giovani di oggi possono frequentare con grande disponibilità di spazio, di attrezzature, di tecnologia.
La casa Patirani gode di un brolo con piante secolari e altre di più recente piantumazione. Rappresenta  un polmone verde nel centro storico di Zandobbio e offre una valida barriera all'inquinamento prodotto dai gas di scarico dei numerosi autocarri che transitano verso la Selva, per consentire il trasporto avanti e indietro del materiale prodotto dalle cave.
Io curo personalmente questo brolo con il suo orto e le sue piante da frutto e, specialmente ora che non faccio più il pediatra a tempo pieno, ho molto tempo da dedicare  a questa mia passione che mi dà grandi soddisfazioni.
La  casa Patirani di Zandobbio, che è stata negli anni divisa tra i discendenti, è ora riunita nella proprietà della famiglia Riva di cui ospita i figli e i numerosi nipoti (attualmente nove) e io sono molto soddisfatto di aver potuto realizzare il mio sogno di abitare in una casa così antica.

                                     Dott. Gabriele Riva
                                           classe 1933


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