FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 21/10/22.
Articolo: "L'arte della manutenzione del cervello" di CRISTINA MOCHI.
E' il più complesso dell'universo con i suoi 200 miliardi di cellule. Eppure il cervello va considerato un organo come tutti gli altri, e come fegato, polmoni, pancreas va protetto e curato tutti i giorni.
Michela Matteoli, direttrice dell'Istituto di Neuroscienze del Cnr, e coordinatrice del Neuro Center dell'ospedale Humanitas di Milano, lo spiega nel libro Il talento del cervello (Sonzogno): "Le stesse abitudini che contrastano l'insorgere di malattie cardiovascolari, obesità, diabete sono in grado di rallentare e prevenire anche la neurodegenerazione", dice.
Certo, non bastano dieta sana, riposo regolare, vita sociale e movimento per scongiurare del tutto Alzheimer e Parkinson, ma di certo i processi dannosi si instaurano più velocemente in un cervello colpito da infiammazione causata da stili di vita malsani. Ed è proprio sul concetto di infiammazione, che attacca la sinapsi, modificando l'espressione di alcune proteine e alterando il loro funzionamento, che si concentrano gran parte delle dieci lezioni contenute nel libro.
Si parte da un principio fondamentale: "Il cervello è plastico, perché può cambiare se stesso. Ha l'incredibile capacità di modificare le proprie sinapsi e i circuiti per ricordare e imparare, ma anche per riparare i danni cerebrali" dice Matteoli.
E' la ragione per cui "è in grado di invecchiare meno degli altri organi, se non smettiamo di usarlo".
Lettura, musica, conversazione, corsi di lingue (una delle attività oiù utili), l'importante è fare cose nuove, bandire la routine e combattere così l'infiammazione: non essendoci (ancora) farmaci risolutivi, quello che funziona è la prevenzione, come hanno concluso al Cnr sperimentando il protocollo Train the brain su diversi gruppi di anziani.
Per finire, la decima lezione di Matteoli si intitola "Il sesso del cervello": alcuni studi hanno notato che il cervello delle donne elabora più efficientemente il linguaggio verbale, o che quello dell'uomo sviluppa un miglior senso dell'orientamento...Ma "alla fine" conclude "le nostre somiglianze superano di gran lunga le differenze".
Le dieci lezioni, insomma, sono uguali per tutti.
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