venerdì 26 agosto 2022

SERGIO E IL CALCIO. L'allenatore. 2

 



L'inizio della mia esperienza da allenatore non è stata quindi felice. Accantono questa esperienza anche perché negli anni precedenti mi sono sposato con Rosaria e sono nati Gabriele e Loris.
Tuttavia, dopo tanti anni di calcio giocato, sento il bisogno di fare ancora sport e scopro il podismo delle "marce  non competitive", che stanno proliferando in tutta la provincia. 
La strada sterrata di Grena diventa la "mia" palestra e non è raro il caso che alle 6 di mattina percorra di corsa  i 2 km per arrivare alla cappelletta della Tribulina e relativo ritorno per poi, dopo una doccia defatigante, recarmi al lavoro.
Ogni domenica mattina mi alzo alle 7, indosso la tuta e metto nella sacca gli indumenti di ricambio. Dopo una leggera colazione salgo in auto e mi reco al paese dove si svolge la corsa. Ogni domenica un paese diverso. Sono di ritorno verso le 11 e, dopo una rapida e salutare doccia, ci sediamo a tavola e descrivo i luoghi in cui ho corso e le persone con le quali ho parlato amichevolemente. 
Passano alcuni anni e le corse podistiche mi sono entrate nel sangue, come un virus impossibile da debellare.
Le mie corse sulle colline che circondano Zandobbio sono sempre solitarie, essendo l'unico del paese a coltivare questa passione. Ma una sera di aprile, uscendo dal cancello per il solito allenamento, incrocio Piero, cugino di mia madre, che in tenuta sportiva sta correndo. Mi chiede  se può accompagnarmi. Io acconsento contento e decidiamo di fare il giro dei Sommi.
Piero è sulla quarantina e lavora a Milano, sopportando quattro ore di viaggio tra andata e ritorno. Inoltre è un turnista. Durante la cattiva stagione soffre di frequenti raffreddori e la tosse è sempre in agguato. Il medico gli ha consigliato di praticare dello sport. Mi vede qualche volta impegnato nella corsa e così ha deciso di praticare anche lui questa disciplina.
Nasce un'amicizia che coinvolge anche le famiglie. 
Non sempre Piero può allenarsi con me, dato i suoi turni di lavoro, ma alle 7 di ogni domenica mattina saliamo in auto e ci rechiamo nel paese dove si svolge la "non competitiva".
Sopraggiungono i mesi freddi, ma Piero, sul mio esempio, non tronca l'allenamento, che incomincia a procurargli dei benefici, il primo dei quali è la costante diminuzione del peso corporeo superfluo. Anche raffreddore e tosse si tengono alla larga.
Piero scopre di essere un forte podista. Nei primi mesi ha faticato a tenere il mio ritmo di corsa, ma ora sono io che devo impegnarmi a fondo per stargli alla pari. Anzi, in salita mi fa mangiare la polvere.
Poi una domenica mattina, ecco la sorpresa: Pina, moglie di Piero, viene anche lei a fare la "non competitiva". La donna non ha mai corso e quindi si limita a camminare per l'intero percorso. L'esperienza gli piace e dice che verrà anche domenica prossima.
Sette giorni dopo un'altra sorpresa: anche Luisa, amica di Pina e più giovane, si aggrega. Le due donne manifestano il desiderio di iniziare la corsa al piccolo trotto, fin quando le forze le sorreggeranno. Riescono a correre fino a metà percorso  e sono molto contente del loro exploit. Nel ritorno a casa Piero ed io le incoraggiamo ad allenarsi durante la settimana.
Così dopo alcuni mesi di allenamento Pina e Luisa riescono a correre per l'intera gara.

                                          continua





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