FONTE: libro "Sul filo dei ricordi..." ideato e stampato dal GRUPPO PARROCCHIALE PER LA TERZA ETA' di Zandobbio.
DON EMILIO PAGANI
Si racconta di un celebre prefetto del pretorio dell'imperatore Adriano - siamo nel II secolo d.C. - che, dopo una vita passata tra le armi, non si assentò un solo giorno dal suo ufficio, recandosi al palazzo assai prima dell'alba. All'imperatore che lo esortava a risparmiarsi, una volta che, ammalato, non aveva voluto starsene a casa a riposare, rispose: "Un vero prefetto deve morire in piedi". Così ci piace ricordare don Emilio Pagani, che fu a Zandobbio dal 1970 al 1987, sempre presente nella memoria di tutte le persone che l'hanno conosciuto. Alle giovani generazioni vorremmo segnalare la generosità e l'entusiasmo di questo sacerdote nei 39 anni del suo ministero.
Il Vescovo di Bergamo di quei tempi, mons. Giulio Oggioni, scrisse di lui: "Ricordo don Emilio Pagani sopratutto per la recente Visita Pastorale. Lo sapevo già ammalato ed era da poco uscito dall'ospedale proprio in occasione di questo incontro. Mi ha fatto molta impressione per la sua fede e bontà, e per l'azione pastorale realizzata a favore della sua gente. Lascia quindi a voi parrocchiani di Zandobbio la doppia eredità: quella delle sue parole e azioni parrocchiali e quella del suo esempio. Sono due binari, camminando sui quali potete procedere rettamente e velocemente sulla via cristiana".
Dopo aver ricordato che don Emilio era certamente pronto all'incontro con il Signore, anche se la morte l'ha colto improvvisamente, mons. Oggioni invitava tutti a mantenerne vivo il ricordo. "So che sarà seppellito nel cimitero parrocchiale e sarà, quindi, facile a voi andare alla sua tomba non solo per pregare, ma anche per riudire il suo insegnamento."
Don Emilio fu a Zandobbio dal 1970 al 1987 e nei 17 anni della sua permanenza in parrocchia si prodigò per tutti con impegno e con generosità, nonostante le precarie condizioni di salute.
Nato a Villongo san Filastro il 5 settembre 1923, entrò, nel 1936, nel Seminario di Clusone, da poco aperto per accogliere i ragazzi orientati al ministero sacerdotale. Il "suo" parroco si chiamava don Abele Agostinelli, l'indimenticabile santo sacerdote, originario di Verdello, che lasciò una traccia indelebile nel giovane seminarista e più tardi nel prete don Emilio.
Dopo gli studi filosofici e teologici nel Seminario Vescovile di Bergamo, fu ordinato sacerdote da S.E. mons. Adriano Bernareggi il 22 maggio 1948.
Nominato vicario parrocchiale a Premolo, fu presente alle esequie del sacerdote martire a Dachau don Antonio Seghezzi, del quale è in corso la causa di beatificazione. A Premolo, fu anche economo spirituale, nel 1953, alla morte del compianto parroco don Tobia Palazzi.
Nel 1954 fu inviato a Ghisalba come coadiutore per le attività pastorali e in particolare per la formazione dei ragazzi e dei giovani.
Dal 1957 al 1970 fu parroco di Selino Alto. Nella piccola parrocchia valdimagnina potè esercitare pienamente la responsabilità pastorale, alternandola, nei momenti liberi, con l'impegno della direzione spirituale e della confessione delle religiose.
Erano gli anni del Concilio Ecumenico Vaticano II e don Emilio, seguendo umilmente, come tanti altri sacerdoti bergamaschi, le direttive del vescovo mons. Clemente Gaddi, studiò con profondo impegno i cambiamenti epocali che erano in atto e si dedicò ad una revisione generale dei criteri di azione pastorale. Gli anni di Selino Alto furono intensi, ricchi di esperienze nuove e di studio.
Nell'autunno del 1970 mons Gaddi destinò don Emilio a Zandobbio come vicario adiutore di don Angelo Bosis, al quale doveva succedere come prevosto nella primavera successiva.
A Zandobbio nacquero iniziative che coinvolsero i fedeli in un crescendo di impegno e di collaborazione. Sorse il Consiglio Pastorale cher coordinò le iniziative dei gruppi già esistenti e di qelli di nuova formazione. Una particolare cura don Emilio ebbe per l'Azione Cattolica che rifiorì in tutti i suoi rami, proprio nel periodo in cui più forte sembrava la crisi.
Dovendo procedere al restauro della casa parrocchiale, ebbe, fin dai primi anni '70, il felice intuito di aprirla anche alle attività della comunità parrocchiale.
Nacque proprio nel 1973, come ramo del Gruppo Caritativo parrocchiale, il gruppo per la Terza età, che don Emilio volle presente nella realtà di Zandobbio e che, divenuto ora Associazione, grazie alla solerte ed instancabile laboriosità del suo fondatore ed animatore Luigi Barcella, da 30 anni sta dando i suoi frutti per il sollievo delle persone anziane.
Sofferente da diversi anni, assistito e rincuorato dalla fedele Angelina, don Emilio volle portare con coraggio esemplare la propria croce, fino alla morte.
"... Ricorderò sempre con tanto amore i miei parrocchiani sopratutto di Zandobbio, oltre a quelli di Selino Alto, di Ghisalba e di Premolo dove ho svolto il mio ministero sacerdotale. Come pure ricordo tutte le buone Religiose che ho incontrato nel ministero al confessionale. Ho cercato di fare un pò di bene: questa è stata sempre la mia intenzione, anche se sono consapevole di non aver sempre dato tutto quello che forse potevo e che gli altri si attendevano da me. Di questo domando perdono al Signore, perché mi abbia ad usare tanta misericordia per le miserie, debolezze e colpe che posso aver fatto. Chiedo perdono anche a tutte le persone che in qualche modo posso aver offeso o deluso nelle loro attese a mio riguardo. E chiedo che non mi abbiano a dimenticare nelle loro preghiere di suffragio. A tutti dico: Arrivederci nella casa del Padre!"
In queste semplici parole del suo testamento spirituale troviamo nitido l'orizzonte concettuale che ha guidato tutta la sua vita.
don Sergio Pagani