mercoledì 16 giugno 2021

SERGIO. In ricordo del dott. Gabriele Riva

 



Ricordando con piacere il dott. Gabriele Riva, persona squisita, racconto la circostanza in cui lo conobbi di persona. Formava con Graziella una bellissima coppia.

Era una sera di agosto del 1995 ed ero l'allenatore della squadra di calcio di 3° categoria del Gso Zandobbio.
Avevamo un grosso problema: la mancanza di un  massaggiatore in panchina. 
Anche nel campionato 1994-95 Dilettanti a 11 CSI, appena concluso, avevamo questa lacuna, ma per il campionato FIGC che avremmo iniziato a fine settembre il problema andava risolto.
All'inizio del campionato 1994-95 avevo contattato l'amico Giancarlo Bellini, esperto fisioterapista, che mi aveva dato la disponibilità a curare i giocatori infortunati. Tuttavia non poteva andare in panchina durante le partite di campionato.
Quella sera a tavola con la mia famiglia buttai lì la proposta: " Se domandassi al dott. Riva se è disposto a venire in panchina con me, voi cosa ne pensate?".
Originario di Zandobbio, il medico aveva esercitato la professione di pediatra a Bergamo, dove aveva vissuto per molti anni. Andato in pensione, era ritornato a Zandobbio, dove insieme alla moglie era impegnato in opere di volontariato.
Rosaria si mise a ridere e disse: "Immaginati se un anziano dottore accetta di sedere su una panchina di un campo di calcio! Inoltre è un pediatra e voi non mi sembrate tanto piccoli".
"Tentare non nuoce" risposi con filosofia conoscendo bene Rosaria.
Il successivo sabato sera, all'uscita della messa, mi avvicinai disinvoltamente al medico e alla consorte.
"Buonasera dottore. Sono Sergio, l'allenatore di calcio della squadra del paese. Desidero farle una proposta. Non dica sì o no subito, ma ci pensi sopra e mi dia la risposta tra una settimana".
Con queste parole speravo di non ricevere subito un rifiuto, ma di invogliare il dottore a riflettere alcuni giorni.
"Alla mia squadra manca il massaggiatore: verrebbe lei in panchina?".
"Va bene Sergio: accetto" rispose immediatamente l'anziano pediatra.
Rimasi per un attimo a bocca aperta, non essendo abituato ad ottenere un consenso immediato alle mie proposte, ricordando gli alterchi in consiglio. Ma fu solo un attimo e, sorridendo, ripresi il dialogo.
"Il campionato inizia tra un mese e le farò avere il calendario delle partite. Giocheremo sempre la domenica mattina. Sono contento che abbia accettato, poiché mi toglie un grosso peso dallo stomaco".
"Sergio, si meraviglierà, ma sono stato il medico sportivo di una squadra ciclistica di Bergamo alcuni anni fa e quindi accetto volentieri la sua proposta".
Ci lasciammo con una stretta di mano, estesa anche alle nostre due consorti, che avevano assistito silenziose e sorridenti al breve colloquio.
Nel ritorno a casa mi rivolsi a Rosaria: "Hai visto? Tentare non nuoce".
"Non avrei mai immaginato che accettasse" rispose lei, scuotendo la testa.






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