giovedì 6 aprile 2017

DON CAMILLO. A Monza dal Papa




FONTE: Avvisi settimanali parrocchia di Albegno.


A MONZA DAL PAPA

Quando ho saputo che Papa Francesco sarebbe venuto a Monza e avrebbe celebrato la S. Messa nel parco,ho fatto la proposta: andiamo a piedi ad incontrarlo.
Lo scopo non era tanto quello della camminata (lungo le nostre vallate bergamasche ci sono percorsi certamente più naturalistici ed invitanti che non gli attraversamenti di Brembate, Trezzo D'Adda, Busnago, Bellusco, Vimercate, Concorezzo....) quanto quello del pellegrinaggio verso una meta con il significato religioso più intenso: la S. Messa celebrata dal Papa, cioè l'incontro con il segno dell'unità (il Papa) nella Sorgente dell'Unità (l'Eucarestia).
Quando ho fatto la proposta ero convinto che non avrei trovato tanto seguito: partire a piedi a mezzanotte per camminare su strade asfaltate con il rischio di farsi investire da qualche balordo della notte, non è il massimo della goduria!
Ero comunque determinato di andare anche da solo.
E invece all'appello si sono presentati in 28. La mia gioia è stata nel constatare la variegata composizione di questo gruppo: adolescenti, giovani, adulti, anziani; uomini e donne provenienti da paesi diversi: la maggior parte naturalmente da Albegno, ma anche da Treviolo, Roncola, Brembo, Petosino, Cene, Bianzano, Cavernago, Bergamo..tutti accomunati dallo stesso ideale arricchito da un'ulteriore motivazione: Marida, una componente del gruppo proveniente da Cavernago, ci ha parlato di Matteo, un bambino di 8 anni pure di Cavernago, affetto da una forma tumorale e sottoposto a vari interventi chirurgici e cicli di chemioterapia, in attesa di altro intervento.
I familiari avevano già chiesto preghiere al Papa consegnandoli una fotografia di Matteo con un suo messaggio scritto.
Subito ci siamo presi a cuore questo bimbo: abbiamo messo nello zaino una copia della sua foto con il messaggio scritto al Papa e ci siamo impegnati a camminare e a pregare per lui lungo la notte. Il nonno di Matteo si è offerto di accompagnarci con il suo gippone munito di lampeggiante così ci ha fatto da retroguardia mentre Beppe faceva da apripista con la sua macchina carica di the, caffè, acqua e gustosi biscotti; Lorenzo, invece, con la sua macchina faceva da spola tra retroguardia e avanguardia.
Con tutta questa protezione dal cielo e per terra ci siamo sentiti veramente blindati. Durante il percorso segnato da due pause caffè, abbiamo recitato il S. Rosario; poi abbiamo cantato mescolando un po' di sacro e di profano (naturalmente fuori dai centri abitati).
Il freddo della notte corredato da una leggera nebbia ci ha convinto a restare imbacuccati per tutta la notte. Abbiamo visto l'aurora avvicinarsi con passo leggero ed elegante e aprire la porta del cielo che si è rivelato pian piano d'un azzurro limpido. Poi il sole è entrato solenne a far da padrone garantendoci un anticipo d'estate.
Alle 8 siamo arrivati alla nostra postazione dove il giorno precedente avevamo parcheggiato il pulmino prestatoci da Don Stefano di Curnasco e la mia macchina per garantirci i mezzi per il ritorno: un ampio parcheggio davanti ad un supermercato al limite della zona interdetta la traffico.
Qui ci siamo fatti un paio d'ore di rilassamento; abbiamo anticipato il pranzo; quindi alle 11 abbiamo ripreso il cammino per entrare nel parco: un percorso di 4 Km in mezzo ad un cordone di volontari (1 ogni 20 metri circa) che facevano da controllo e da segnaletica. 
Più ci avvicinavamo all'ingresso del parco più si ingrossava il fiume di persone incanalate nella stessa direzione. Un percorso lento ma continuo di persone variopinte ed allegre, in un contesto di limpida quanto inattesa primavera.
Arrivati alla nostra postazione verso mezzogiorno, ci siamo accampati davanti al maxi schermo che ci ha permesso di seguire tutto quello che avveniva sul parco dal quale non eravamo lontanissimi rispetto ad altri settori della spianata, ma comunque a distanza tale da vedere le persone alte 1 Cm.
La preoccupazione nostra in quel momento non era quella di essere in prima fila, ma di ESSERCI e di contribuire a rendere corposo quel milione di persone in mezzo alle quali eravamo immersi: chiesa Vivi con tutte le sue originali varianti.
L'attesa di 3 ore non è stata per nulla pesante rallegrata com'era dai conduttori di "Radio Italia solo musica italiana" e dagli scambi amicali tra di noi intercalati da qualche pennichella a mò di lucertole sotto il bel sole di quel pomeriggio.
Alle ore 15 Papa Francesco ha dato uno straordinario volume a tutta l'immensa folla che lo aspettava: al suo passaggio ogni settore sussultava agitando le fasce gialle offerte a tutti i pellegrini dai volontari del servizio d'ordine.
Il momento centrale di tutta la manifestazione è stata la S. Messa che ha reso presente in mezzo a noi Colui davanti al quale ance Papa Francesco si inginocchia; che è capace di suscitare e mantenere sempre intenso l'entusiasmo in chi lo accoglie e che, a differenza del Papa che per ragioni logistiche e di sicurezza possiamo guardarlo solo da lontano senza toccarlo, si mette nelle mani di chiunque le apre verso di Lui e resta in sua compagnia in un dialogo di totale confidenza per tutto il tempo che gli viene concesso...
La S. Messa è durata un'ora e mezza. Non ho sentito nessuno dire : "è stata lunga". Il suo tempo è passato senza che ce ne accorgessimo. Forse è stato il modo di celebrare di papa Francesco; forse è stata la straordinarietà della circostanza; forse è stata la disposizione interiore dell'assemblea....forse è stato tutto questo insieme e qualcos'altro che mi sfugge. Seguo comunque che la la S. Messa, anche se è sempre quella come si suol dire, può essere ogni volta una novità che coinvolge...
L'unico neo di questa celebrazione è stato il modo in cui è stata distribuita la Comunione durante la S. Messa: in bocca direttamente anche a coloro che si presentavano per accogliere l'Ostia Santa in mano: una mancanza di delicatezza nei confronti dei fedeli. Credo che la motivazione sia stata quella di evitare che l'Ostia Santa venisse portata via da qualcuno con l'intenzione di profanarla: un rischio che non viene comunque annullato con la comunione in bocca.
Per tutto il resto: organizzazione perfetta. Anche il deflusso è stato tranquillo e senza eccessivi rallentamenti, tanto che alle 19,30 eravamo già a casa.
Grazie di cuore a tutta la compagnia che ha dimostrato una grande  capacità di coesione, una grande tenacia e una grande risorsa di simpatia, compresi gli autisti dei mezzi di appoggio che ci hanno accompagnato dimostrando oltre alle caratteristiche elencate sopra anche una grande pazienza.

                                       Don Camillo

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