FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 17/03/17.
ARTICOLO: "Genitori vs professori in un'aula. Di tribunale" di SALVO INTRAVAIA.
PALERMO. Dura la vita dei professori. Alle prese con le mille difficoltà della scuola, adesso devono anche fronteggiare l'ostilità di (alcuni) genitori, pronti a chiamarli in causa per qualsiasi cosa riguardi i loro figli.
Da qualche anno, infatti, il ricorso ai giudici sembra lo sport preferito da mamme e papà per difendere i figli dalla scuola.
"Non ci sono numeri ufficiali", spiegano dal ministero dell'Istruzione. Da dove fanno capire , però, che il fenomeno viene seguito e monitorato negli uffici scolastici regionali: ovvero i distaccamenti del ministero sul territorio.
Per ora ci si accontenta della casistica fornita dalle cronache.
Si parte nel 2011 quando l'ufficio scolastico regionale per l'Umbria redige una circolare con le istruzioni per i dirigenti scolastici coinvolti nei ricorsi dei genitori. Ricorsi che spesso si trasformano in denunce.
Come nel caso di Elena Rossi, professoressa di matematica a La Spezia. Il suo è un incubo durato cinque anni e finito solo tre mesi fa. Questa è la storia.
Durante il compito in classe, una studentessa chiede di andare in bagno. La docente acconsente a patto che la ragazza consegni il compito. Richiesta che, inizialmente, non convince la studentessa. Che, poi, nel tragitto verso il bagno, cade: rompendosi un dente e fratturandosi la mandibola.
Scatta così la denuncia penale con accuse pesantissime: abuso dei mezzi di correzione e violenza privata. Il pm chiede tre mesi di reclusione per la prof.
A fine anno, nonostante il brutto voto rimediato al compito, la ragazza viene promossa in matematica. A settembre 2016 arriva finalmente la sentenza: assoluzione piena perché "il fatto non sussiste".
Lo scenario non cambia in provincia di Cagliari: lo scorso novembre per tre maestre di scuola dell'infanzia è scattata la sospensione (sei mesi) dopo la denuncia di due mamme per presunte molestie.
La storia la racconta Nicola Giua, insegnante dei Cobas.
"Dopo la denuncia sono state installate le telecamere. Ma non è emerso nulla".
Così, dopo tre mesi il Tribunale del riesame ha reintegrato le maestre.
Ma che sta succedendo?
Per Loredana Giannicola, preside del Liceo Lucrezia della Valle di Cosenza, "i docenti non sono più percepiti come riferimento, ma come controparte contro cui scagliarsi per giustificare gli insuccessi dei figli. E le controversie si discutono davanti ai giudici".
"La critica ai docenti" spiega Pino Turi, Uil Scuola "alimenta contrapposizioni sociali che dovrebbero trovare nella scuola una comunità in grado di ricomporli". "Il rapporto scuola-famiglia si è nel tempo lacerato" conclude Lena Gissi della Cisl Scuola. "C'è una difficoltà di dialogo che oggi è diventata una vera emergenza".
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