FONTE: "MISSIONARI SAVERIANI" DICEMBRE 2016.
Medici Senza Frontiere (MSF) ha lanciato "L'Anti-slogan", una speciale iniziativa online per sfatare le 10 principali leggende legate alla migrazione (vedi www.milionidipassi.it/antislogan). Ecco una sintesi.
- Ci portano le malattie. Non si ha memoria di un solo caso in cui la presenza di migranti sul territorio sia stato causa di un'emergenza di salute pubblica.
- Li trattiamo meglio degli italiani. Più del 70% dei richiedenti asilo vive in strutture straordinarie. I 35 euro al giorno vanno agli enti che gestiscono i centri, mentre solo 2,5 euro sono corrisposti al richiedente asilo.
- Aiutiamoli a casa loro. Nonostante sforzi e investimenti, i risultati sono ancora insufficienti. Gli aiuti internazionali da soli non bastano a consentire il rientro a casa in sicurezza di chi fugge.
- Ci rubano il lavoro. Le analisi esistenti mettono in evidenza la scarsa "concorrenzialità" tra lavoro straniero e autoctono. Inoltre, secondo l'Inps ogni anno gli "immigrati" versano 8 miliardi di euro di contributi...
- Vengono tutti in Italia. La maggior parte dei migranti non si "imbarca" per l'Europa. Degli oltre 65 milioni di persone costrette alla fuga nel 2015, l'86% è rimasto nelle aree più povere del mondo.
- Sbarcano i terroristi. La maggior parte degli affiliati ai gruppi terroristici coinvolti negli attentati in Europa era già presente sul territorio. I rifugiati non sono terroristi, ma vittime del terrore.
- Sono pericolosi. Studi internazionali negano una corrispondenza diretta tra l'aumento della popolazione immigrata e le denunce per reati penali.
- Non scappano dalla guerra. I motivi che spingono le persone a fuggire sono diversi e spesso correlati.
- Sono tutti uomini giovani e forti. Perché hanno una condizione fisica migliore per poter affrontare un viaggio, ma il numero di famiglie, donne e minori non accompagnati è in aumento.
- Hanno pure lo smartphone. I cellulari sono beni di prima necessità, sono il mezzo più economico per stare in contatto con i propri familiari.
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