lunedì 27 febbraio 2023

DON CAMILLO. Per educare ad ognuno il suo ruolo

 



FONTE: Notiziario settimanale parrocchia di Albegno e dintorni.

SE VUOI EDUCARE LIBERA IL CUORE

Ogni messaggio, ogni pensiero, ogni opinione che noi esprimiamo ha sempre, inevitabilmente, il suo contrario.
Mettere il risalto il "contro" può essere utile per focalizzare meglio il "pro" e renderlo più chiaro e più esplicito purificandolo da eventuali scorie, ma può essere anche un freno che rallenta o blocca la positività della proposta o almeno, la mette in cattiva luce arrivando anche a ridicolizzarla e ad esautorarla.
Questo succede soprattutto quando la critica nasce ed è alimentata da rancori personali che trovano così sfogo in una contrapposizione camuffata da preoccupazione educativa, ma che di educativo ha ben poco o niente.
Credo che questo sia uno dei grossi limiti di noi adulti insieme al fatto che ci trasciniamo a volte retaggi adolescenziali di protagonismo che ci portano sia pure  in modo inconsapevole, a primeggiare o a competere con i ragazzi mettendoci sullo stesso piano per ingraziarceli, per paura di perderli.
Credo che i ragazzi oggi abbiano bisogno di adulti che si comportino da adulti e non da adolescenti; di genitori che si comportino da genitori e non da amici; di educatori che si comportino da educatori e non da accattivanti; di sacerdoti o religiosi che si comportino da sacerdoti e religiosi non da persone per tutte le stagioni.
Credo che educare  richieda, oggi più che mai, nell'adulto, il coraggio di una presenza coerente, di proposte forti e proporzionate certamente alle varie età e capacità, ma comunque impegnative, accettando anche di vederle rifiutate o di sentirsi poco amati.
L'amore che è alla base di ogni rapporto educativo autentico, sa mettere in conto di non essere ricambiato (almeno al momento). 
Anche qui è facile scivolare nell'integralismo che è un "buco nero" dell'educazione: pericolo che si può evitare con il rapporto e il dialogo personale.
Affermare che l'educazione è una questione di cuore significa che ogni educatore deve liberare il proprio cuore il più possibile da ogni ombra, cosa che non si fa una volta per sempre, ma richiede un'attenzione e una cura costante e quotidiane del proprio sentire: un impegno su due fronti, quello personale e quello relazionale.
In questo compito certamente impegnativo il credente può attingere a quella risorsa speciale che è la Grazia di Dio, capace di arricchire la vita personale e potenziare quella relazione in modo inesauribile: risorsa particolarmente preziosa perché il rapporto educativo con se stessi e con gli altri non è mai a scadenza, ma richiede una stabilità e una costanza lunga quanto tutta la vita.

                                          don Camillo

EDUCARSI PER EDUCARE

Se in te c'è un tormento
che ti agita e ti scuote
mantenendoti in fermento
con persone per te vuote,

sei prigione di te stesso
e non puoi che coltivare
il rancore a te connesso
che ti impedisce di amare.

E se pensi di educare
comperandoti l'affetto
o lasciandoti plagiare
senza un minimo rispetto,

anche tu sei un infante
che sa offrire solo vento;
non hai nulla d'importante
perché l'altro sia contento.

Non temer di essere forte
e di proporre alte mete:
sulle strade che son storte
d'acqua pura c'è gran sete.

Tu puoi essere quel pozzo
che disseta il viandante,
che rinfresca chi è rozzo
e conforta il mendicante,

solo a patto che tu possa
contenere e rinnovare
l'acqua pura e sempre mossa
di persona che sa amare.

                                       don Camillo


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