FONTE: Notiziario parrocchiale settimanale di Albegno e dintorni.
BEATA COMPLESSITA' DELL'ANIMO UMANO
Mia mamma, incinta di me, era quasi al sesto mese quando morì sua mamma per una emorragia interna riconosciuta troppo tardi.
Aveva solo 58 anni, ma, vedendola in fotografia sembrava di 80 anni, tanto era stata provata dalle fatiche e dagli stenti della vita.
Quando sono nato circa tre mesi dopo, ho ereditato il suo nome: Camillo, ma penso di aver ereditato anche tutto quel carico di emozioni che mia mamma mi trasmise mentre io me ne stavo tranquillo con il dito in bocca nel suo grembo. Mi è difficile decifrare ed esprimere a parole quanto provo senza cadere nei luoghi comuni.
E' un misto di emozioni contrastanti che cerco di decifrare come tenerezza, nostalgia, angoscia, calore affettivo, tristezza....
E' come se mi avvolgesse un flusso originato dall'incontro e dalla fusione di due maternità. Quella della nonna che muore creando nella figlia sgomento e angoscia, e quella della mamma che vuole proteggere dalle forti emozioni il bimbo che porta in grembo e nello stesso tempo cerca conforto in lui: quasi come due correnti d'aria fresca e calda che si incontrano creando nuvole e pioggia che portano al tempo stesso tristezza e benficio.
Tutto questo che provo mi sfugge: se cerco di fare un fermo immagine, svanisce; se cerco di focalizzare, tutto si annebbia.
Eppure mi piace rincorrere queste emozioni che mi danno oggi un senso di antico e di pace.
E così, di tanto in tanto, mi fermo a pensare lasciandomi cullare da queste emozioni che mi passano in cuore come nuvole in cielo sospinte dal vento, che si fanno e si disfano fino a dissolversi per lasciare trasparire l'azzurro del cielo.
Beata complessità dell'animo umano!
don Camillo
IN MORTE DI MIA NONNA CAMILLA
In un rigido giorno d'inizio Gennaio
ho assorbito l'angoscia di un grande dolore,
quando è solo di spine il pungente rosaio
e la nebbia e la brina rendon tutto incolore.
Il lutto ha segnato la casa paterna,
e in un silenzio composto s'è infranto l'affetto
di una mamma che il dramma affligge e costerna
per sua mamma stroncata da un male insospetto.
Tutto mi avvolge e in me resta impresso
il fremito materno della figlia ferita,
e rimane in me come canto inespresso,
come nenia affettuosa che pare assopita.
E' così che rimango nel seno materno
negli ultimi mesi che mi hanno plasmato.
Insieme ad un senso profondo di eterno
si associa il tepore di un affetto strappato.
Ora son certo d'aver dato conforto,
pur essendo inesperto di parole e di gesti
e ancor prima di essere approdato nel porto,
a mia madre angustiata dai pensieri più mesti.
don Camillo
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