FONTE: Notiziario parrocchiale settimanale di Albegno e dintorni.
STUPORE: capacità inibita?
Io non so come definire l'epoca in cui vivo.
C'è chi la indica come l'epoca post-industriale; per altri è la post-cristiana; per altri ancora è l'era del virtuale...Io la definirei l'epoca dell'aridità spirituale.
Comunque sia, credo che una caratteristica del nostro tempo sia la fretta.
Abbiamo la giornata, la settimana, l'intero anno fitti di scadenze, di impegni, di appuntamenti di ogni tipo. Per stare nei tempi dobbiamo correre, fare in fretta; vietato soffermarsi su qualcosa, pena l'inceppamento della gestione quotidiana!
Sembra che la parola d'ordine sia: efficienza!
Bisogna arrivare dappertutto; far quadrare tutto.
Siamo convinti che dobbiamo essere così se vogliamo essere costruttivi e lasciare la nostra impronta là dove passiamo.
Non ci rendiamo conto che, invece, è l'esattamente opposto.
Nel ritmo frenetico non ci concediamo,la possibilità di soffermarci ad osservare quello che ci sta attorno, a stare in ascolto delle persone che incontriamo o con le quali viviamo; a riflettere sugli eventi che succedono per coglierne il significato più profondo e più vero senza limitarci a schierarci, per pigriza mentale, a destra o a sinistra, con chi grida di più o ha i testimoni più famosi.
Mi ricordo quando ero nelle medie nel seminario di Clusone (inizi degli anni '60): il professore di lettere (d. Aldo Morandi) tutte le mattine, a passeggiare tra le aiuole dopo la preghiera in chiesa e prima della colazione, in primavera portava il nostro gruppo classe a passeggiare tra le aiuole che avevamo dissodato e coltivato a giardino, per farci osservare di giorno in giorno la forza della vita che pian piano si affermava. Era un modo intelligente per stimolare dentro di noi quella capacità che si chiama "stupore", in grado di sollecitare in noi altre capacità collegate, quali: la sensibilità; la delicatezza; l'amore per la natura, e soprattutto l'attenzione e la cura verso le persone.
Nelle vecchie statuette del presepio c'è un figurante inginocchiato davanti a Gesù bambino, cappello in mano e volto illuminato dallo stupore.
Oggi la cultura della fretta ha cancellato in noi, insieme ad altre cose, questa esperienza dello stupore.
Quella dello stupore, essendo una capacità naturale, non la si può insegnare. Si tratta solo di stimolarla, perché, poi, sa svilupparsi da sola attraverso percorsi personalissimi ed unici per ognuno di noi. Per questo dobbiamo bandire la fretta, la cultura dell'efficienza, la voglia di arrivare dappertutto, e dedicare tempo per osservare, ascoltare, riflettere...Il resto vien da sé. Addirittura potrà capitare di trovare motivo di stupore anche là dove avresti esclusa ogni possibilità.
Perderemo certamente la produttività, ma acquisteremo in profondità e umanità. E' quello di cui abbiamo estremo bisogno per dare stabilità a quello che facciamo e ai rapporti che creiamo, evitando il rischio di distruggere in breve tempo ciò che abbiamo costruito con tanta fatica e salti mortali.
don Camillo
STUPORE
Godo i tuoi grandi occhi neri
spalancati sulla vita che si affaccia:
sono sguardi belli, puri e sinceri
san trovare un po' dovunque bella traccia.
Innocenza predisposta alla bellezza
la ricerchi scrutando in ogni dove
e la trovi dentro il vento e nella brezza,
quando il sole è alto in cielo e quando piove.
Sai stupirti per un volo di farfalla,
per la goccia di rugiada sulla foglia,
per la pianta dalla chioma verde o gialla:
tutto quanto, grande o piccolo, t'invoglia.
Vorrei tanto ritrovare quello sguardo
per tornare a stupirmi d'ogni cosa;
saper cogliere nello sciocco e infingardo
il profumo e il colore della rosa.
In ognuno, in ogni gesto ed evento
è presente nel segreto una ricchezza;
anche in ciò che sembra scarto o anche spento
puoi trovare un tesoro, una certezza.
Basta avere gli occhi grandi d'un bambino:
san scrutare oltre il buio e l'apparenza;
resterò a contemplar nel mio cammino
meraviglie della Fede e della Scienza.
don Camillo
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