mercoledì 24 febbraio 2021

DON CAMILLO. Sentire il vuoto dentro

 



FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.

"Caro Camillo,
vorrei che tu spiegassi ad un umile, illetterato ragioniere in pensione con parole semplici alla portata di tutti questa frase di EMIL CIORAN:

L'esperienza  del vuoto è la tentazione mistica del non credente, la sua possibilità di preghiera, il suo momento di pienezza.

Grazie della consulenza spirituale.

Sergio

IL VUOTO E' GRAZIA

Ciao Sergio,
So che sei un ragioniere in pensione, ma non sapevo che sei umile e illetterato. E' proprio vero che non si è mai finito di conoscere.
Mi piace molto la frase che hai citato, e penso sia profondamente vera e non solo in riferimento al non credente, ma ad ogni persona che viene accarezzata dalla Grazia di Dio. L'esperienza del Vuoto (penso al vuoto interiore; all'insoddisfazione profonda nei confronti di tutto e di tutti; all'incapacità di dare un senso alla propria vita....) più che essere il momento di pienezza è il momento critico decisivo che ti mette davanti a un bivio: o di accogliere il mistero e lasciarti provocare e condurre dallo Spirito, o abbandonarti al non senso e lasciarti condurre in modo passivo e rassegnato dagli eventi cercando di narcotizzarti con le "sirene" che ti offre il mercato.
E' la stessa esperienza di progenitori (Adamo ed Eva) raccontata in Gen 3,7: "Allora si  aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi". Ingannati dal diavolo raffigurato dal serpente, si erano illusi di essere padroni della loro vita e di essere capaci di darle un senso orientandola a loro piacimento.
La nudità della quale si rendono conto non è tanto quella del corpo, ma quella dell'anima, molto più inquietante e drammatica. Il rimedio che cercano coprendosi con foglie di fico rivela la provvisorietà e la banalità dei rimedi narcotizzanti che l'uomo e la donna di sempre cercano di attivare, a fronte della tenerezza e della delicatezza che Dio mantiene comunque nei loro confronti rivestendoli con tuniche di pelli da Lui stesso confezionate (Gen 3.21).
L'esperienza di vuoto o di nudità è la Grazia di Dio che offre a tutti i suoi figli, nei modi e nei tempi diversi, un'opportunità di uscire dall'inganno e dal torpore per scoprire l'immensità alla quale appartiene come figlio di Dio, amato e custodito al di là dei suoi meriti.
Certo la Grazia, non dovendo imporsi sulla persona, ma semplicemente provocarla perché arrivi alla decisione in modo consapevole e responsabile, è rischiosa perché può provocare anche una risposta diversa e contraria.
E' il rischio che corre il Padre della parabola che consegna parte dell'eredità alle pretese del figlio più giovane e lo lascia partire (cfr.Lc 15,11-32). E' il rischio che ha corso mio papà quando mi ha insegnato ad andare in bicicletta: all'inizio, per darmi sicurezza, correva dietro a me tenendomi per la sella mentre io pedalavo; poi ad un certo punto, a mia insaputa, ha mollato la presa e mi ha seguito con lo sguardo mentre io me ne andavo da solo sul provinciale. E' stato lì che ho acquistato la mia sicurezza che mi ha invogliato ad andare in bicicletta a Loreto, a Roma, a Pompei, a Lourdes....
E' stato grazie al rischio che quel papà ha saputo correre, che il figlio della parabola è stato invogliato a tornare a casa e a restarci in modo convinto, motivato e festoso....Ma sarebbe anche potuto morire di fame e di stenti in mezzo ai maiali. 
Perché tutto dipende dalla Grazia ma tutto dipende anche dalla tua decisione.

ANIMA NUDA

Cavalcando orgoglioso la mia fantasia
ho pensato di essere un'aquila reale;
mi son librato con grande frenesia,
l'ebbrezza mi ha avvolto e caricato il morale.

Poi ad un tratto mi sono svegliato
e ho visto il muschio e i licheni sui sassi.
Allora ho capito che mi ero ingannato:
mi sono mosso sempre e solo coi passi.

Deluso di essere troppo normale
ho perso la voglia e lo slancio creativo;
mi sono adeguato a sentirmi banale,
a vivere i miei giorni rassegnato e passivo.

A che serve creare se non vieni apprezzato,
spendere tempo e preziose energie?
Meglio dormire per non sentirmi azzerato;
almeno nel sonno potrò far magie.

"Quanto sei sciocco - mi dice una voce -
quando rinunci perché scoraggiato.
Se per il fiume non c'è una foce, 
là dove scorre non sarà mai abitato".

Mi metto a scrutare con occhi di lince
da dove provenga questa saggezza.
Più ci rifletto e più mi convince,
mi cura e guarisce la mia amarezza.

Per quanto mi creda persona insipiente,
porto in me stesso un personale fermento.
Come percorso di acqua fluente
posso sfociare in chi mi è attento.

E' questo il tributo ch'io posso donare
a chiunque m'incontra e vicino mi resta.
Dono fiducia: è qui il mio creare,
e questo è di certo un impulso alla festa.

                                                          don Camillo





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