FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" novembre 2020.
Articolo: "Sapersi fermare" di RITANNA ARMENI.
L'ultimo è stato Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, prima di lui ci sono stati Boris Johnson, primo ministro del Regno Unito e Jair Bolsonaro, presidente del Brasile. Tre capi di Stato di tre grandi Paesi sono stati colpiti dal coronavirus e hanno corso un rischio mortale.
Com'è potuto avvenire che dei leader mondiali non abbiano saputo difendersi dal virus? Siamo abituati a pensare - ed è purtroppo vero - che i ricchi e i potenti abbiano maggiore possibilità di preservarsi e di curarsi dei poveri. Che per loro le strade della salute e della prevenzione siano più facili anche nelle pandemie globali. Possibile che questi tre capi di Stato siano state vittime del loro populismo? Di sicuro, tiepidi avversari del virus e scettici sul rischio, la gravità è stata negata o fortemente sottovalutata. E i Paesi che prendevano misure nette e rigorose ridicolizzati e accusati di allarmismo; gli scienziati, nel migliore dei casi, ignorati. E' per coerenza che hanno avuto un comportamento personale così incurante e arrogante nei confronti della pandemia? Neanche questa spiegazione convince. Conosciamo non solo i privilegi ma anche l'ipocrisia del potere.
All'origine della malattia contratta dai tre capi di Stato c'è stata, in realtà, una convinzione profonda, un credo assoluto, che neppure il timore virus ha infranto. C'è stata - forte e potente - l'ideologia che è alla base della loro politica: l'adesione totale alle regole del libero mercato, della produzione e del consumo a qualunque costo, delle transazioni continue, dell'economia mondiale mossa dal motore del liberismo. Niente era riuscito a fermare le loro convinzioni, né il degrado della natura, né le sacche di povertà del pianeta, né la salute di uomini e donne. In questi mesi neppure la pandemia. L'adesione di Trump, Johnson e Bolsonaro all'ideologia della libertà del mercato è talmente convinta che i tre hanno omesso persino le doverose precauzioni personali. La forza del proprio corpo, intangibile al virus, doveva essere la dimostrazione simbolica della giustezza e della forza di ciò in cui ostinatamente credevano.
L'ideologia, che non si limita a interpretare la realtà ma pretende di dirigerla senza mediazione e moderazione fino alla negazione della realtà stessa, può essere molto pericolosa. In passato ha provocato guerre e milioni di vittime. Le fa ancora. Naturalmente i problemi dell'economia esistono, la sorte di milioni di persone che il virus ha attaccato nelle condizioni di vita e di lavoro sono un fatto reale e preoccupante. Il punto è che per affrontarle è necessario anche porre un limite a ciò che finora è stato ritenuto libero, sconfinato: proprio il mercato e le sue regole. Serve, se mai, proprio l'opposto, un grande movimento di solidarietà. Di fronte alla salute dei popoli è necessario anche sapersi fermare. E' ciò che i tre potenti capi non hanno saputo o voluto fare.
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