FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 08/01/21.
Articolo: "A una certa età (non solo una) l'alcol fa peggio.
Quali sono i peggiori periodi della vita per bere alcol? Quelli in cui il cervello è sottoposto a cambiamenti.
L'uso di bevande alcoliche, in infinite forme, accompagna l'umanità da millenni. Ma, proprio per la sua enorme diffusione e accettazione, è anche la sostanza intossicante più pericolosa, causa di incidenti, violenze, crimini e malattie.
Per minimizzarne gli effetti negativi, avverte sul British Medical Journal Louise Mewton, gerontologa dell'Università del Nuovo Galles del Sud, bisognerebbe almeno evitare di assumere alcol nei tre momenti della vita in cui produce più danni.
"Il primo è ben noto: la gravidanza" ricorda Mewton. "L'alcol passa infatti la placenta e altera, anche in piccole dosi, la formazione del cervello del feto, con problemi psicologici e cognitivi che affliggeranno il bambino per tutta la sua vita. Eppure ancora oggi più del 10 per cento delle donne europee assume alcolici in gravidanza".
Il secondo momento della vita in cui è bene restare sobri è l'adolescenza.
"E' il periodo in cui il cervello si riorganizza passando dalla struttura infantile a quella adulta. L'alcol interferisce con lo sviluppo delle nuove connessioni fra le aree cerebrali, portando a danni che vanno da un maggior rischio di sviluppare dipendenze a un deficit delle capacità cognitive. Il 20 per cento degli adolescenti europei beve per ubriacarsi, almeno occasionalmente".
Più sorprendente il terzo momento della vita: dopo i 65 anni.
"Recenti studi hanno mostrato che l'alcol è uno dei più forti fattori associati a ogni tipo di demenza senile. L'anziano va incontro naturalmente a una perdita di neuroni e connessioni e l'alcol la moltiplica contribuendo a spingere il danno oltre la soglia di innesco della demenza".
Una politica che agisca su limiti, informazioni e tasse potrebbe ridurre i danni sociali e sanitari associati all'alcol.
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