giovedì 4 aprile 2019

MOTO. La moto è.......


FONTE: "il venerdì di  Repubblica" del 15/02/19.
Articolo: "Andare in moto è guardare il mondo con occhi d'artista" di BENEDETTA MARIETTA.

"Guidare una motocicletta non ha niente a che fare con la velocità.
E' un'esperienza intensissima di libertà psichica e fisica.
E' il fatto che, quando sei alla guida di una moto, osservi, osservi, osservi tutto, tutto il tempo, e poi prendi una decisione".
Così  John Berger spiegava la sua passione per la moto in un'intervista del 2002 a KCRW, una stazione radio di Los Angeles.
La riporta il volume Sulla motocicletta a cura di Maria Nadotti, in libreria dal 21 febbraio per Neri Pozza, che raccoglie scritti e contributi del grande romanziere, pittore e critico d'arte inglese.
Per Berger - intellettuale controcorrente e poliedrico, autore di culto per molte generazioni di scrittori, scomparso nel 2017 a 90 anni, che nella sua vita si è interessato di arte, fotografia, politica, poesia, teatro - quella per la moto era una passione tra le tante, nata durante il servizio militare nell'esercito britannico e mai più abbandonata.
La sua prima due ruote era stata una Excelsior, marchio inglese, scambiata poi con una cecoslovacca Jawa 250, perché pensava che una moto socialista fosse migliore. L'ultima, fu una Honda CBR 1100, soprannominata "Blackbird", a quel tempo la più veloce del mondo, da lui considerata una moto femminile per il suo essere morbida e materna.
Gli venne regalata per il settantesimo compleanno dalla moglie Beverly con cui girò in lungo e in largo l'Europa e in particolare l'Italia.
Nel bellissimo documentario a lui dedicato, The Seasons in Quincy: For Portraits of John Berger, uscito nel 2016, lo vediamo quasi novantenne dare lezioni di guida alla figlia sedicenne della sua grande amica Tilda Swinton, produttrice, regista del film, per poi partire rombando insieme alla ragazza sotto gli occhi sbigottiti della madre.
Ma in fondo non stupisce che Berger, che all'attività di "guardare" ha dedicato la vita ponendosi senza pregiudizi nei confronti del mondo intorno a lui e arrivando a interpretarlo con occhi nuovi _ come testimoniano molti suoi libri, da Questione di sguardi, Sul guardare e Ritratti (Il Saggiatore), a Modi di vedere (Bollati Boringhieri) e Capire una fotografia (Contrasto) - amasse andare in moto: "Una moto la piloti con gli occhi, con i polsi e con l'inclinazione del corpo. Gli occhi sono i più importanti dei tre. La moto segue e vira verso tutto ciò su cui si fissano. Segue il tuo sguardo, non le tue idee".
E ancora: "Per anni sono stato affascinato da una certa somiglianza tra l'atto di pilotare una moto e l'atto di disegnare: E' un parallelo che mi affascina, perché può rilevare un segreto a proposito di movimento e visione. Guardare avvicina".


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