mercoledì 3 ottobre 2018

SPORT. Medaglie oltre il colore


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" settembre 2018.
Articolo: "Medaglie oltre il colore" di NACERA BENALI.

Il successo nella staffetta 4x400 ai XVIII Giochi del Mediterraneo di Tarragona (tenutisi in Catalogna, dal 22 giugno al 1° luglio scorsi) di quattro atlete italiane ha sollevato una gran campagna mediatica sui social e nei media.
Il motivo? Le vincitrici hanno la pelle nera. Raphaela Lukudo, Maria Benedicta Chigbolu, Libania Grenot e Ayomide Folorunso non si aspettavano un tale clamore.
Sì, perché le quattro giovani donne, di cui una, Raphaela, è nata ad Aversa, si considerano solamente delle atlete italiane che hanno faticato per vincere. Nessuna pensa che la propria pelle possa renderla uno "strumento di propaganda".
Libania Grenot ha dichiarato: "Sono fiera di essere italiana. Lo sono al cento per cento, ed è sempre un onore alzare il tricolore e farlo sventolare. Di politica però non parlo".
E fa bene a sottolinearlo anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò: "E' bellissimo che ci siano queste ragazze tutte italianissime e che fanno parte dei gruppi sportivi militari. Siamo felici e orgogliosi di avere questo tipo di rappresentanza, ma è sbagliato che, da una parte e dall'altra, ci sia la volontà di strumentalizzare".
Ayomide vive in Italia dall'età di 7 anni, da quando ha lasciato con i genitori la Nigeria. Maria Benedicta è anche lei nigeriana da parte di padre, mentre sua madre è italiana. Raphaela è nata in Italia da genitori sudanesi. Libania è nata e cresciuta a Cuba ed è diventata italiana dopo aver sposato un italiano.
Negli Usa e nei Paesi dell'Europa occidentale, da anni, non fa più notizia la vittoria di una medaglia da parte di un atleta nero.
Non capita lo stesso in Italia: quando il colore della pelle, la credenza religiosa e le origini dei genitori cesseranno di essere parametri dogmatici per colpa dei quali giovani cittadini italiani vengono discriminati o sventolati come trofei politici? E gli altri devono tutti vincere un premio per sentirsi definire "l'orgoglio dell'Italia"?
Se sono semplici giovani, disoccupati, magari non istruiti e con problemi familiari o sociali come dobbiamo chiamarli?
Quando una persona può ritenersi italiana, se non basta essere nato in Italia e sentirsi parte di questa nazione, avere un genitore italiano, tanto meno vivere nel Paese da oltre vent'anni?



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