mercoledì 3 ottobre 2018

LIBRI. "La vita davanti a sé" di Romain Gary


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 24/08/18.
Articolo: "Momò il piccolo arabo e Rosa la maitresse ebrea: il capolavoro di Gary" di CORRADO AUGIAS.

L'editore Neri Pozza ha ristampato il capolavoro di Romain Gary La vita davanti a sé (nell'ottima traduzione di Giovanni Bogliolo), una storia subito diventata di culto quando uscì nel 1975 sotto pseudonimo (Emil Ajar).
Protagonista un ragazzino che di se stesso conosce solo il nome, Mohamed, e il nomignolo, Momò. Suo padre, un arabo qualunque, sua madre una che faceva la vita  e l'ha affidato a Madame Rosa, ex prostituta anche lei, che per un incerto compenso tiene a pensione un numero variabile di fils de pute.
Il problema di Rosa è che con l'età è diventata così grassa che a fare i sei piani per raggiungere la sua soffitta rischia ogni volta l'infarto.
Momò, il narratore, dice senza mezzi termini: "Per madame Rosa con tutti quei chili e con due gambe sole, questa era una vera e propria ragione di vita quotidiana...ce lo ricordava ogni volta che non si lamentava di qualcos'altro perché era anche ebrea".
I personaggi vivono nella parigina Belleville molto prima che Pennac vi ambientasse le storie di Monsieur Malaussène. Quartiere multietnico per eccellenza, scrive Gary: "C'erano molti altri ebrei, arabi e neri a Belleville".
L'autore compone una storia aspra e romantica dove s'alternano disagio e amore, generosità e cinismo.
I nazisti avevano rinchiuso Rosa in campo di concentramento, è sopravissuta e adesso ogni tanto urla di notte quando le appaiono le SS con i doberman che le ringhiano contro.
Rosa è alla fine dei suoi anni, Momò all'inizio; anche se non se lo dicono mai si vogliono bene e sono l'uno ragione quasi unica di vita per l'altro.
Gary, come i suoi personaggi, era anch'egli un eccentrico: ebreo, appassionato amatore, marito dell'attrice americana Jean Seberg morta suicida, suicida egli stesso, nato in Lituania, poi naturalizzato francese, aviatore nell'aeronautica di De Gaulle contro i tedeschi. Vita romanzesca i cui tratti di fondo - incertezza, eccentricità, gusto per il rischio - si riflettono in quelli dei suoi personaggi dando alle loro vite fatte di niente i colori smaglianti dell'avventura; sembra incredibile che una vicenda in fondo povera come coloro che la vivono riesca ad avvincere in modo totale chi la legge.
Suggello della storia, rivelatrici dell'animo in fondo romantico del suo autore, le ultime tre parole: "Bisogna voler Bene".



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