FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 29/10/17.
Articolo: "Per fare un albero ci vuole una protesta" di GERARDO ADINOLFI,
Per i sindaci è una questione di sicurezza, per gli abitanti e le associazioni ambientaliste spesso è solo "uno scempio" che toglie ombra e aria pulita.
Da Terni a Viareggio, da Fermo a Trento passando per Orbetello, Lucca, Como e Foggia le motoseghe in azione fanno sempre discutere che siano pini, platani o ippocastani.
Da una parte ci sono le ragioni di chi deve costruire infrastrutture o garantire la sicurezza urbana. Dall'altra l'amore per la natura e la paura di vedere cambiare il volto verde della città.
Nelle battaglie degli alberi sparse in giro per l'Italia volano petizioni online e comunicati di fuoco, ci sono raccolte di firme porta a porta, denunce, interrogazioni in Consiglio e incontri di quartiere fra cittadini infuriati.
A Orbetello per decidere sul taglio dei pini di piazza Cortesini era stato lanciato persino un sondaggio su Facebook.
A Terni invece il sindaco ha ricevuto un'interrogazione in Consiglio per far conoscere non solo il numero degli alberi abbattuti in tutta la sua legislatura ma anche la quantità di legname prodotto e il ricavato della vendita.
Questa estate, a Cerignola, in Puglia, è andata in scena la "protesta bianca": al posto dei pini tagliati in una piazza sono apparsi cartelli per sensibilizzare i cittadini. Lo stesso anche a Torino: il quartiere intorno a Corso Dante si è ribellato in tutti i modi al taglio di tredici olmi, ma senza ottenere risultati. Sui tronchi lasciati in strada un residente ha acceso dei lumini: come un funerale.
Per non parlare della pineta di Viareggio, con centinaia di pini da abbattere per colpi di un parassita.
"I cittadini hanno a cuore queste questioni" spiega Mariarita Signorini, dell'associazione ambientalista Italia Nostra, "perché tagliare alberi vuol dire cambiare i connotati di una piazza, modificare il volto di una città. Bisognerebbe che certe decisioni fossero prese facendo partecipare la popolazione e non comunicate come un'imposizione".
A Firenze nel primo giorno del taglio degli ippocastani di viale Corsica è dovuta intervenire anche la polizia in tenuta antisommossa. Nei giorni seguenti sui tronchi sono apparsi insulti e minacce contro il Comune. Qui la battaglia è diventata una guerra. Il Comune ha deciso infatti di tagliare in un sol colpo 280 alberi "a rischio": da agosto sono partite le motoseghe, e da ottobre saranno rimesse 800 nuove piante.
"Dobbiamo sostituire il nostro patrimonio arboreo che sta invecchiando, soprattutto sulle strade trafficate prima che diventi pericoloso", rivendica l'assessore all'ambiente Alessia Bettini rispondendo alle proteste.
La procura di Firenze, dopo numerosi esposti, ha però aperto un'inchiesta.
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