giovedì 5 ottobre 2017

DON CAMILLO. Una settimana a Taizé


FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.




Conoscevo Taizé solo per fama; sapevo della sua vocazione ecumenica e di profonda spiritualità, ma non vi ero mai andato, né avevo mai messo in previsione di andarvi in futuro.
La decisione di fare quest'esperienza è nata solo perché qui ad Albegno don Marco aveva creato la tradizione di passare una settimana in questa località di preghiera.
Inizialmente, al gruppetto di giovani interessati, avevo suggerito di aggregarsi al gruppo di Carvico guidato da don Marco. Confesso che non avevo voglia di impegnarmi in questa esperienza soprattutto perché la settimana in calendario era proprio quella a ridosso della chiusura del Giochestate: 4 Agosto fine del Giochestate; 6 Agosto partenza per Taizé: quasi neanche il tempo di prepararmi la valigia. 
Quando ho saputo che don Marco preferiva gestire l'esperienza  solo con i ragazzi di Carvico per motivi pastorali suoi, ho provato rimorso per il mio tentativo di fuga.
Non volendo lasciare soli i nostri giovani, ho deciso di accompagnarli. Adesso che mi trovo a Taizé penso di aver fatto la scelta migliore.
Taizé si trova vicina a Cluny, storicamente famosa per il suo monastero che ha avuto un ruolo di protagonista nella riforma della vita monastica nel medioevo.
Quanto  a Taizé si tratta di un'insieme di edifici che ospitano dei fratelli che fanno vita monastica, e una moltitudine di giovani che si alternano di settimana in settimana per fare un'esperienza di silenzio, di semplicità, di austerità e di preghiera in un ambiente naturale ricco di verde e caratterizzato da ampi spazi nei quali piazzare tende o parcheggiare camper supportati dai servizi essenziali e da capienti tendoni per le attività  comuni o semplicemente per offrire spazi coperti.
Il cuore di tutta la struttura è un vastissimo salone, di struttura semplice e predisposto per favorire il raccoglimento, che viene adibito a chiesa.
I momenti della preghiera sono tre: alle 8:30; alle 12:30; alle 20:30.
Ad aprire la giornata è sempre  la S.Messa alle 7:30 concelebrata da più sacerdoti. Ogni giorno si celebra in una lingua diversa.
Il mio stupore è vedere ogni mattina la presenza di almeno 200 giovani che partecipano con raccoglimento e coinvolgimento, cantando e pregando con una compattezza e una compostezza da brivido e mantenendo nei momenti di raccoglimento un silenzio carico di emozione.
Mentre concelebro guardo il volto di questi giovani: ragazzi/e tra i 18 e i 30 anni che mi offrono uno spettacolo di fede che sembra irreale tanto è intenso. Ma l'emozione più forte la trovo nel tempo della preghiera comune: senza nessun richiamo, prima dell'orario stabilito, l'immensa chiesa si riempie all'inverosimile di giovani che si siedono per terra sul pavimento di moquette: a colpo d'occhio calcolo che ci siano almeno 5000 giovani che attendono in assoluto silenzio l'inizio della preghiera.
Se uno entrasse ad occhi chiusi penserebbe di essere solo tanto è profondo il silenzio: nemmeno il classico colpo di tosse; nessun brusio; nessun rumore di movimento...solo il silenzio. A raccomandarlo, se ce ne fosse bisogno, alcuni giovani volontari che passano per i corridoi di scorrimento tra un settore e l'altro reggendo un cartello con scritti SILENCE (silenzio): ma è solo un cartello che passa in mezzo al SILENCE.
Inizia la preghiera fatta di canto (alcune antifone ripetute più volte a forma di mantra: 5000 persone che cantano in modo sommesso, in perfetta sintonia, senza bisogno di nessun direttore di coro, in lingue diverse.
Il momento centrale della preghiera è costituito da una breve lettura tolta dalla Sacra Scrittura e da un lungo spazio di silenzio per la riflessione di ognuno.
Quindi si prosegue con momenti di preghiera per le varie necessità e si conclude con il canto di altre antifone. Il tutto per la durata di 30-45 minuti.
Alla fine parte dell'assemblea defluisce tranquillamente dalla chiesa mentre un'altra parte rimane e continua a cantare sommessamente le antifone. 
Tutti e 3 i momenti di preghiera si svolgono con questo stile e ogni volta si verifica la stessa partecipazione.
La preghiera della sera ha come seguito la disponibilità dei sacerdoti presenti a raccogliere le confessioni fino alle 23. Chi lo desidera può prolungare la sua permanenza per tutta la notte.
Altro momento intenso è quello dei gruppi di catechesi e di approfondimento su tematiche specifiche: ognuno è libero di scegliere quella che più gli interessa. Per quest'anno i temi proposti sono:
  1. Restare saldi nella speranza; essa è creatrice.
  2. Semplificare la nostra vita per condividere.
  3. Essere insieme affinché sia rivelato il dinamismo del Vangelo.
  4. Far crescere la fratellanza per preparare la pace.
Dalle ore 10 alle 11,30 i padiglioni nei quali si svolgono questi incontri si riempiono di giovani attenti e motivati.
Purtroppo queste tematiche vengono sviluppate in lingue diverse dall'italiano. Decidiamo perciò di trovarci tra di  noi per riflettere sul alcune tematiche di fede che ci stanno a cuore. Interessante anche questo nostro sviluppo!!
Nel pomeriggio dalle ore 15 in poi si vedono gruppi spontanei distribuiti qua e là sotto le piante o in zone d'ombra, per continuare la riflessione, scambiarsi idee o fare lavori pratici.
Noi approfittiamo della presenza di d. Marco per fare una riflessione sulla figura storica di Gesù (tema forte particolarmente amato da d. Marco) seguendo il libro di Josè Antonio Pagola dal titolo: "Gesù, un approccio storico".
E c'è un altro appuntamento particolarmente interessante, ed oserei dire simpatico, della giornata a Taizé: è quello dei pasti.
Tutto avviene nella più assoluta semplicità. Nessun refettorio, nessuna tavola imbandita, nessun cameriere in livrea.
Ci si raduna tutti davanti ad un grande tendone. Due giovani volontarie chiedono ai presenti la disponibilità a servire i pasti. Non c'è da attendere a lungo perché la risposta è pressoché immediata.
Quindi le due ragazze intonano un canto di lode al quale tutti partecipano; poi ci si dispone su varie file in corrispondenza delle postazioni di distribuzione del rancio.
Nessuna spinta, nessuna impazienza per la fila, nessun colpo di furbizia per rubare qualche privilegio.......
Tutto si svolge nella più assoluta calma e semplicità, come semplice essenziale e austero è il cibo distribuito.
Il menù di oggi, ad esempio è composto da un misto di riso e fagioli e......ananas cotto tutto insieme: una casseruola scodellata sulla fondina di plastica (essendo un po' denso, il volontario si aiuta con un cucchiaio a distaccare il contenuto della casseruola); una fetta di pane, un formaggino, un bricchetto sigillato contenente una mousse di mela e una ciotola vuota da riempire con acqua della fontana. Per posate solo il cucchiaio (da quando nel 2005 è stato ucciso frère Roger priore della comunità con un coltello da pasto sono stati eliminati coltelli e forchette) il tutto messo su un vassoio che serve da tavolo.
Ognuno va a cercarsi un posto dove sedersi o sulle panche disposte sotto il tendone, o sulle sedie di ferro disseminate qua e là nel campo, o sotto le piante o sotto il sole sull'erba ormai rinsecchita.
Il menù di ieri era composto da una casseruola di purè, una fetta di pane, un formaggino e la solita ciotola per l'acqua......
Nessuna specialità culinaria, nessuna preziosità da stuzzicare l'appetito.
Di tanto in tanto si sente un tonfo di una panca che ribalta perché le persone "a bordo" si sono alzate senza preavvisare la povera sprovveduta seduta sull'estremità che immancabilmente si ritrova a terra con il contenuto del vassoio tirato addosso....
Eppure, nonostante la frugalità del pasto si nota un'aria di allegria contagiosa. Osservo con divertita curiosità il volto e il comportamento di tutti questi originali commensali confrontandoli con quelli che ho incontrato spesso nei ristoranti o nelle pizzerie: non c'è paragone!
Preferisco 1000 volte di più quest'aria, che sa rendere il disagio, la precarietà e perfino la povertà del cibo un motivo di convivialità e di festa.
Come siamo strani noi umani! Magari domani pranziamo a casa con l'abbondanza di varie portate e ci lamentiamo perché la pasta è un po' più cotta o un po' meno salata.....
Qui, invece, nessuna lamentela, nessun avanzo, nessuna pretesa, nessuna contestazione....... Come sarebbe bello se tutto questo diventasse quotidianità!
Volete conoscere il menù dell'altro ieri? Subito accontentati: una casseruola di patate e fagiolini bolliti (non conditi), una fetta di pane, un formaggino e una pesca con la solita ciotola vuota per l'acqua della fontana.....e gli occhi sgranati di Mattia, Barbara e Nadia che sentono allentarsi di giorno in giorno la cintura dei pantaloni, mentre Esterina e il sottoscritto sanno nascondere meglio il calo del peso....E tutto questo in sana allegria.
Per conoscere al completo il menù di tutta la settimana vi consiglio di venire la prossima volta con noi a Taizé: potrete sperimentare personalmente e in diretta che la vita qui è molto più bella di quanto ho tentato di descrivere.

P.S. Non la consiglierei ai ragazzi né agli adolescenti ancora troppo deboli per cogliere un'esperienza così impegnativa. La vieterei senza alcuna esitazione, perciò, ai minori di 18 anni.
Quanto ai maggiorenni in cerca di autenticità FATECI UN PENSIERO. (continua)

                                                                    don Camillo








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