FONTE: "MESSAGGERO DI SANT'ANTONIO" settembre 2017.
Articolo: "Smog pericoloso anche se è nella norma" di ROBERTA VILLA.
Nel 2016, secondo il rapporto di Legambiente, ben 33 città italiane, soprattutto al nord e nella Pianura Padana, hanno sforato i limiti di inquinamento atmosferico da particelle Pm 10 che, per legge, non potrebbero invece essere superati.
E la situazione non migliora se si considera il particolato fine, chiamato Pm 2,5, cioè le cosiddette polveri sottili, ancora più pericolose perché capaci di penetrare profondamente nei polmoni.
Se questi dati possono già di per sé essere preoccupanti, lo diventano ancora di più alla luce della ricerca scientifica condotta negli ultimi anni, che sta mettendo in luce come le soglie di tolleranza allo smog in vigore nei Paesi più avanzati, anche se fossero rispettate, sarebbero comunque insufficienti a proteggere i cittadini.
Il dato più recente viene da una ricerca pubblicata sul "New England Journal of Medicine", una delle principali riviste mediche del mondo, secondo la quale la prolungata esposizione alle polveri sottili e all'ozono, anche al di sotto delle soglie di legge, aumenta il rischio di morte prematura.
Il valore di questi risultati, che confermano conclusioni precedenti, deriva dall'enorme estensione della popolazione considerata: si basano infatti sulle informazioni sanitarie raccolte in sette anni consecutivi su circa 60 milioni dii abitanti degli Stati Uniti, per lo più anziani, confrontate con i livelli di inquinamento stimati nelle diverse aree di residenza, urbane, suburbane o rurali.
"Il nostro studio dimostra che se il tasso di Pm 2,5 si potesse abbassare di un solo microgrammo per metro cubo in tutti gli Stati Uniti, si potrebbero salvare ogni anno circa 12 mila vite", ha dichiarato Francesca Dominici, docente di Biostatistica all'Harvard Chan School of Public Health, e co-direttrice dell'Harvard Data Science Initiative, che ha coordinato il lavoro.
La cattiva qualità dell'aria non compromette la salute solo - come si potrebbe pensare - perché favorisce le malattie dell'apparato respiratorio.
E' ormai dimostrato che lo smog ha un ruolo importante anche nella mortalità per malattie cardiovascolari e per tumori.
L'impatto di questo fattore ambientale sull'aspettativa di vita potrebbe essere anche maggiore in Europa, dove in media respiriamo un'aria ancora più inquinata, secondo il rapporto pubblicato l'anno scorso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Il trend, per fortuna, è in miglioramento, con un calo delle concentrazioni di particolato in oltre il 60 per cento delle città europee considerate.
Abbassare le soglie consentite, suggeriscono gli esperti di Harvard, potrebbe stimolare nuovi interventi per controllare l'inquinamento dell'aria. E uno sforzo ancora maggiore sarebbe richiesto in Asia e nei Paesi più ricchi del Medio Oriente, dove i livelli di smog, e le conseguenze sulla salute, sono di gran lunga superiori.
E la situazione non migliora se si considera il particolato fine, chiamato Pm 2,5, cioè le cosiddette polveri sottili, ancora più pericolose perché capaci di penetrare profondamente nei polmoni.
Se questi dati possono già di per sé essere preoccupanti, lo diventano ancora di più alla luce della ricerca scientifica condotta negli ultimi anni, che sta mettendo in luce come le soglie di tolleranza allo smog in vigore nei Paesi più avanzati, anche se fossero rispettate, sarebbero comunque insufficienti a proteggere i cittadini.
Il dato più recente viene da una ricerca pubblicata sul "New England Journal of Medicine", una delle principali riviste mediche del mondo, secondo la quale la prolungata esposizione alle polveri sottili e all'ozono, anche al di sotto delle soglie di legge, aumenta il rischio di morte prematura.
Il valore di questi risultati, che confermano conclusioni precedenti, deriva dall'enorme estensione della popolazione considerata: si basano infatti sulle informazioni sanitarie raccolte in sette anni consecutivi su circa 60 milioni dii abitanti degli Stati Uniti, per lo più anziani, confrontate con i livelli di inquinamento stimati nelle diverse aree di residenza, urbane, suburbane o rurali.
"Il nostro studio dimostra che se il tasso di Pm 2,5 si potesse abbassare di un solo microgrammo per metro cubo in tutti gli Stati Uniti, si potrebbero salvare ogni anno circa 12 mila vite", ha dichiarato Francesca Dominici, docente di Biostatistica all'Harvard Chan School of Public Health, e co-direttrice dell'Harvard Data Science Initiative, che ha coordinato il lavoro.
La cattiva qualità dell'aria non compromette la salute solo - come si potrebbe pensare - perché favorisce le malattie dell'apparato respiratorio.
E' ormai dimostrato che lo smog ha un ruolo importante anche nella mortalità per malattie cardiovascolari e per tumori.
L'impatto di questo fattore ambientale sull'aspettativa di vita potrebbe essere anche maggiore in Europa, dove in media respiriamo un'aria ancora più inquinata, secondo il rapporto pubblicato l'anno scorso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Il trend, per fortuna, è in miglioramento, con un calo delle concentrazioni di particolato in oltre il 60 per cento delle città europee considerate.
Abbassare le soglie consentite, suggeriscono gli esperti di Harvard, potrebbe stimolare nuovi interventi per controllare l'inquinamento dell'aria. E uno sforzo ancora maggiore sarebbe richiesto in Asia e nei Paesi più ricchi del Medio Oriente, dove i livelli di smog, e le conseguenze sulla salute, sono di gran lunga superiori.
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