FONTE: "MESSAGGERO DI SANT'ANTONIO" settembre 2017.
Articolo: "Madri straniere" di NACERA BENALI.
Amel credeva di aver trovato la libertà e l'amore in Italia. Ma quando nacque suo figlio scoprì che, in realtà, non sarebbe stata mai libera, né tantomeno felice, in un Paese che la considerava meno di una madre e meno di una cittadina. Perché suo figlio è italiano grazie al principio dello ius sanguinis, ma lei no, non è italiana.
Il padre del bimbo, suo ex convivente, la ricattò quando lei, stanca di subire angherie che andavano dalla gelosia morbosa alla violenza verbale e a volte fisica, decise di lasciarlo. Il compagno le disse che, se lei fosse andata via, lui non avrebbe riconosciuto il bambino.
Amel non voleva nulla da quell'uomo che l'aveva tenuta in ostaggio, prima col pretesto dell'amore, poi con quello della gravidanza. Voleva solo allontanarsi da lui, assieme al bimbo che teneva in grembo, e riprendere le fila della sua vita.
Ma, davanti al ricatto, la donna accettò di sacrificarsi ancora, questa volta non più spinta da un sentimento scambiato per amore, ma dall'istinto di una madre che non voleva che suo figlio crescesse straniero nel suo Paese, né che dovesse percorrere la "via crucis" del permesso di soggiorno. Così, Amel acconsentì a rimanere sotto lo stesso tetto del suo aguzzino fino alla nascita del bambino.
A quel punto l'uomo lo riconobbe, ma subito dopo intraprese una battaglia legale feroce contro la sua ex. Reso forte dal suo denaro e da un influente team di avvocati e periti psicologi, non le risparmiò nulla. Tentò di farla passare per matta, poi per "poco di buono".
Il padre del bimbo, suo ex convivente, la ricattò quando lei, stanca di subire angherie che andavano dalla gelosia morbosa alla violenza verbale e a volte fisica, decise di lasciarlo. Il compagno le disse che, se lei fosse andata via, lui non avrebbe riconosciuto il bambino.
Amel non voleva nulla da quell'uomo che l'aveva tenuta in ostaggio, prima col pretesto dell'amore, poi con quello della gravidanza. Voleva solo allontanarsi da lui, assieme al bimbo che teneva in grembo, e riprendere le fila della sua vita.
Ma, davanti al ricatto, la donna accettò di sacrificarsi ancora, questa volta non più spinta da un sentimento scambiato per amore, ma dall'istinto di una madre che non voleva che suo figlio crescesse straniero nel suo Paese, né che dovesse percorrere la "via crucis" del permesso di soggiorno. Così, Amel acconsentì a rimanere sotto lo stesso tetto del suo aguzzino fino alla nascita del bambino.
A quel punto l'uomo lo riconobbe, ma subito dopo intraprese una battaglia legale feroce contro la sua ex. Reso forte dal suo denaro e da un influente team di avvocati e periti psicologi, non le risparmiò nulla. Tentò di farla passare per matta, poi per "poco di buono".
Tutto per toglierle quel figlio che lui all'inizio della gravidanza nemmeno voleva.
Una doppia beffa per Amel, che aveva accettato il ricatto solo per non privare il suo bambino della cittadinanza italiana. Già, perché se in Italia fosse stato osservato il principio dello ius soli, Amel avrebbe potuto ignorare il ricatto di quell'uomo.
La verità è che le donne straniere in Italia sono una categoria molto vulnerabile e rimangono vittime delle più incivili discriminazioni.
Tradite dai loro Paesi d'origine, che hanno lasciato in cerca di più libertà e più riconoscimento, tradite dal Paese dove sono sbarcate e dove vivono discriminate tra i discriminati.
Per queste donne è impossibile tornare indietro, tanto quanto riuscire a vivere felici in un mondo che le mortifica, le avvilisce e sfrutta con cinismo la loro precarietà.
Una doppia beffa per Amel, che aveva accettato il ricatto solo per non privare il suo bambino della cittadinanza italiana. Già, perché se in Italia fosse stato osservato il principio dello ius soli, Amel avrebbe potuto ignorare il ricatto di quell'uomo.
La verità è che le donne straniere in Italia sono una categoria molto vulnerabile e rimangono vittime delle più incivili discriminazioni.
Tradite dai loro Paesi d'origine, che hanno lasciato in cerca di più libertà e più riconoscimento, tradite dal Paese dove sono sbarcate e dove vivono discriminate tra i discriminati.
Per queste donne è impossibile tornare indietro, tanto quanto riuscire a vivere felici in un mondo che le mortifica, le avvilisce e sfrutta con cinismo la loro precarietà.
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