giovedì 18 agosto 2016

LIBRI. Conviene avere libri?


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 08/07/16.
ARTICOLO: "Più leggi, più guadagni: così gli scaffali pieni gonfiano il portafoglio" di GIULIANO ALUFFI.

Crescere in una casa con almeno uno scaffale di libri è una specie  di assicurazione sui guadagni futuri. 
Lo dicono i dati dell'indagine Share (Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe) che ha tenuto traccia dell'evoluzione socioeconomica di oltre 25 mila europei nati tra il 1920 e il 1956. Ed è questo il succo di uno studio pubblicato sull'Economic Journal da due docenti di economia dell'Università di Padova, Guglielmo Weber e Giorgio Brunello.
"Ci siamo concentrati sugli alunni che avrebbero lasciato la scuola a 11 anni (in Italia) o a 13-14 (in altri Paesi), e invece hanno continuato gli studi per effetto del'innalzamento dell'obbligo scolastico" ci spiega Guglielmo Weber.
In Italia questo passaggio è avvenuto nel 1963 dopo la riforma della scuola media fissò l'obbligo a 14 anni.
"Risultato? Ciascun anno di istruzione scolastica in più ha avuto come effetto un miglioramento del reddito del 5 per cento per chi aveva meno di dieci libri (extrascolastici) a casa quando era scolaro, e un significativo miglioramento del reddito (il 21 per cento) di chi aveva più di dieci libri in casa.
Insomma avere libri in casa, da ragazzi, appare un moltiplicatore degli effetti positivi dell'istruzione scolastica".
I due docenti che spiegano così la loro ricerca: "Tra i dati dello studio Share abbiamo isolato un gruppo "di controllo", ossia coloro che, prima delle riforme scolastiche, non avevano l'obbligo di restare a scuola oltre gli 11 anni (o 13-14 nel caso di altri Paesi europei) e  il gruppo dei ragazzi che invece hanno allungato il loro periodo scolastico. L'effetto moltiplicatore l'abbiamo rilevato per questo secondo gruppo, composto per lo più da ragazzi che abitavano in campagna".
I due economisti hanno anche controllato il peso di fattori come la professione paterna. Minimizzandolo. 
"L'anno aggiuntivo di istruzione  non ha effetti diversi per figli di impiegati o figli di operai e contadini" sottolinea Weber.
"Anche altri parametri, come la presenza di acqua corrente in casa, risultano ininfluenti. Ciò che fa veramente la differenza sono i libri".
Il periodo storico considerato ha visto la migrazione di massa dalle campagne alle città in quasi tutti i Paesi coinvolti nello studio, e la presenza di libri in casa appare correlata anche con questo fenomeno: "Dei ragazzi cresciuti in campagna con più di dieci libri in casa il 46 per cento si è trasferito in città, contro il 33 per cento degli altri".
E oggi che al libro si affiancano eBook e tablet?
"In un altro studio che abbiamo fatto nel 2006, abbiamo scoperto che avere libri in casa ha un effetto positivo sui risultati dei test su ragazzini di 10 anni, anche a parità di istruzione dei genitori" dice Weber.
"Insomma, è possibile che i libri continuino ad aprire la mente anche alla generazione dei millennials".

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