giovedì 11 febbraio 2016

SALUTE. Troppi farmaci agli over 65?


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" di novembre 2015.
Articolo: "Troppi farmaci agli over 65?"  di Roberta Villa.

"La maggior parte delle medicine assunte dagli ultrasessantenni viene prescritta a scopo preventivo. Oltre una certa età il loro uso torna a diminuire.
Proprio quando la memoria comincia a perdere colpi, gli anziani devono lottare per ricordarsi le tante pastiglie da prendere quotidianamente. A ogni visita sembra che il medico ne ordini di nuove. Arriva però un'età in cui questa tendenza si inverta fino a che, nei novantenni, il numero di pillole da prendere ogni giorno torna pari a quello degli adulti sotto i 65 anni, vale a dire meno di due al giorno.
"Il picco nel consumo di medicinali in Italia si raggiunge tra gli 80 e gli 84 anni" riferisce uno studio condotto dal gruppo di lavoro geriatrico dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, pubblicato sul "Journal of the American Medical Directors Association". La media delle pillole assunte dall'anziano è di sette al giorno.
Un numero che sembra esorbitante se si considera che si tratta, per lo più, di terapie croniche. Secondo l'indagine, dai 65 anni in su quattro persone su dieci prendono regolarmente un antiacido della famiglia dei cosiddetti inibitori di pompa protonica. Questi medicinali, che dovrebbero essere utilizzati solo in caso di ulcera o esofagite, secondo i dati Osmed sul consumo dei farmaci in Italia relativi al 2014, vengono prescritti, spesso in maniera inappropriata, solo per "proteggere" lo stomaco. In altri casi la terapia si prolunga nel tempo, sebbene fosse stata consigliata per un malessere passeggero. Fino al 2013 la situazione era anche peggiore: almeno la metà di queste ricette non corrispondeva ai criteri previsti non solo per contenere i costi, ma anche per limitare gli effetti collaterali dei farmaci soltanto a chi ne aveva davvero bisogno.
Al secondo e al terzo posto, tra i prodotti più utilizzati dopo i 65 anni, ce ne sono due usati a scopo preventivo: un ultrasessantacinquenne su tre prende un aggregante per fluidificare il sangue e ridurre il rischio di infarti e ictus; quasi uno su quattro assume ogni giorno una statina per abbassare i suoi tassi di colesterolo.

MALATTIE CRONICHE IN PRIMO PIANO

Entrambe queste classi di medicinali hanno la loro importanza: sarebbe però interessante sapere se i medici che le prescrivono, oltre a questo dedicano tempo anche per cercare di convincere i loro assistiti a intervenire sui loro stili di vita, per esempio fumo, sedentarietà e tipo di alimentazione, non meno importanti per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Dopo i 90 anni è evidente che tanto interesse per la prevenzione tenda a svanire. Il timore degli effetti collaterali dei farmaci, la maggior parte dei quali non sono mai stati sperimentati sui grandi anziani, così come sui bambini, ha la meglio. I medici cominciano, infatti, a ridurre le terapie croniche finalizzate alla prevenzione, come gli antibiotici, che servono per curare patologie acute."

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