FONTE: avvisi settimanali della parrocchia di Cene.
LETTERA APERTA A:
Cene (Bg), 13/02/2016
Alla cortese attenzione dei Sig.ri:
- On. Renzi primo ministro
- On. Grasso presidente del Senato
- p.c. Rev.mo card. Bagnasco
Ho colto con disappunto la risposta data da Voi a quanto richiesto dal card. Bagnasco presidente della CEI. Ho letto attentamente il suo messaggio: non vi ho trovato né il tono né la volontà di chi vuol interferire nel campo specifico delle istituzioni pubbliche.
L'ho colto semplicemente come un appello di un cittadino italiano che fa presente a chi di dovere le sue preoccupazioni e i suoi auspici perché vengano tenuti in considerazione nelle decisioni da prendere.
Se questa è ingerenza, mi viene il sospetto che si lavori perché la libertà di parola non sia un diritto di tutti e perché la politica come impegno di generare la città sia solo esperienza di nicchia.
Il card. Bagnasco non ha parlato solo a titolo personale (se anche fosse stato così, avrebbe dovuto essere comunque rispettato come ogni cittadino), ma ha parlato a nome della CEI che è composta da Vescovi, cittadini italiani che rappresentano una parte di altri cittadini italiani che hanno il diritto e il dovere di essere presenti in modo propositivo e attivo nelle vicende del Paese.
Sono pienamente convinto che lo Stato debba essere laico, anche se il mio concetto di laicità non è quello dell'esclusione delle varie sensibilità religiose dal pubblico, né quello dell'equidistanza da esse, ma piuttosto quello della collaborazione e del coinvolgimento così che ognuna contribuisca al bene comune.
Con altrettanta convinzione condivido la politica che, pur in mezzo a tante difficoltà, state promuovendo per ridare vitalità economica e culturale al paese.
Allo stesso modo mi sento ugualmente rappresentato dai Vescovi con i quali condivido la cultura della Vita illuminata dalla Fede, e da voi Politici che per volontà della maggioranza governate e che per dovere istituzionale siete tenuti a promuovere anche il mio bene in sintonia con quello di tutti i cittadini di buona volontà.
Per questo vi chiedo di evitarmi l'esperienza dolorosa della schizofrenia che può nascere dalla tensione al vertice di due sensibilità che nello loro giusta diversità sono fatte per dialogare.
Aggiungo una postilla a questo mio sfogo: faccio fatica a capire la questione del voto segreto in parlamento! Se un deputato o un senatore decidono diversamente a secondo che il voto sia palese o segreto, devo concludere che neanche nelle Camere della Repubblica Italiana c'è coerenza con i propri principi, e che la "ragion di Stato" (in questo caso la salvaguardia del posto) sia più forte della coscienza.
Ho scritto in piena libertà con la consapevolezza che nessuno terrà conto di questo pensiero. La mia non è una penna da "Corriere della Sera", ma semplicemente "bollettino parrocchiale".
Ho scritto sentendomi nei panni di un naufrago: non ho altro modo di comunicare se non quello di mettere il mio messaggio in una bottiglia e lasciarlo galleggiare nell'illusione che forse uno, in un domani lo colga e lo legga se non altro con la meraviglia e la gioia di leggere qualcosa che viene da lontano.
Don Camillo
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