FONTE: avvisi settimanali della Parrocchia di Cene
SONO IN PENSIONE!
La Curia mi ha fatto sapere che dal 1° Maggio entro in PENSIONE.
Saputa la notizia, con grande gioia sono corso dal mio Principale che mi ha accolto subito senza farmi fare anticamera. Era così solenne che, per l'emozione, sono riuscito soltanto a balbettare "GRAZIE".
Lui essendosi accorto subito di quanto ero impacciato, mi ha messo a mio agio. Così, piano, piano mi sono tranquillizzato, anche perché, con mia grande sorpresa, ha cominciato a lodarmi e a ringraziarmi. Lui a me!
"Ti sono riconoscente perché hai lavorato bene in questi anni; sei stato un prete in gamba perché in tutto quello che hai fatto ti sei buttato con l'anima e con il corpo senza mai risparmiarti".
Di fronte a tanti elogi mi sentivo un po' imbarazzato, però, nello stesso tempo contento e pensavo "meno male che non ha visto le mie magagne!"
E lui continuando a parlarmi "Conosco le tue magagne. Lo so bene che non sei una goccia del Cero Pasquale, però vedo anche il tuo sforzo di rimediare e il tuo desiderio di migliorare...".
Tutte queste belle parole mi rilassano talmente da liberare in me una sorprendente confidenza.
"Che cosa pensi di fare adesso che sei in pensione?" mi domanda sorridendo.
"Beh! Penso di fare il pensionato" rispondo io e continuo: "Non ci sono più orari di lavoro; preoccupazioni di scadenze; cose da organizzare; problemi da affrontare; prediche da preparare; appuntamenti da fissare; conti da far quadrare; conferenze, riunioni...Posso dormire fino alle 9 o alle 10 del mattino; andare a prendermi il giornale in edicola e leggerlo tranquillamente seduto sulla panchina nel parco giochi comunale; sorseggiare un aperitivo prima di mezzogiorno e poi rientrare in casa per il pranzo..."
Mentre sto per raccontargli anche il pomeriggio, mi interrompe con molto garbo: "Guarda che sei entrato in pensione, non in disarmo! O forse in tutti questi anni hai lavorato solo per lo stipendio?!"
"No certamente" rispondo io. "E tu lo sai bene! Tanto a Te non sfugge nulla!"
"Esatto!" mi risponde Lui. "So bene che non hai mai lavorato per lo stipendio. E allora continua a lavorare per me, anche perché di operai in cantiere ne ho gran pochi e non posso permettermi il lusso di perdere anche quei pochi".
"Ma Signore, quando si va in pensione è perché si è vecchi e poco produttivi. In questa condizione non posso che esserti d'ingombro!"
"Io non ho bisogno di gente produttiva. Anzi, mentre eri produttivo ho pazientato con te sapendo di poterti condurre verso una condizione di debolezza. Adesso che ho raggiunto dopo tanti anni il mio obiettivo, posso contare veramente su di te, perché è nella debolezza che si manifesta la mia forza!"
Mentre ascolto in silenzio, cerco di ricordare dove ho letto questa frase che non mi risulta nuova.
"E' una frase che conosci bene. L'ho detta a suo tempo all'Apostolo Paolo che, come te, pensava di essermi utile solo se recuperava la pienezza della sua forza".
Adesso mi ricordo: 2 Cor. 12,7 - 10!
Felice e confuso d'essere stato paragonato al mio grande collega predecessore Paolo, mi congedo dal mio Principale scosso dal suono della sveglia: sono le 5,30; devo preparare lo zaino perché questa mattina 1° Maggio vado in pellegrinaggio al Perello.
Non sarà un divertimento dato che il cielo promette una giornata di acqua.
E questo tanto per incominciare!
D. Camillo
"Che cosa pensi di fare adesso che sei in pensione?" mi domanda sorridendo.
"Beh! Penso di fare il pensionato" rispondo io e continuo: "Non ci sono più orari di lavoro; preoccupazioni di scadenze; cose da organizzare; problemi da affrontare; prediche da preparare; appuntamenti da fissare; conti da far quadrare; conferenze, riunioni...Posso dormire fino alle 9 o alle 10 del mattino; andare a prendermi il giornale in edicola e leggerlo tranquillamente seduto sulla panchina nel parco giochi comunale; sorseggiare un aperitivo prima di mezzogiorno e poi rientrare in casa per il pranzo..."
Mentre sto per raccontargli anche il pomeriggio, mi interrompe con molto garbo: "Guarda che sei entrato in pensione, non in disarmo! O forse in tutti questi anni hai lavorato solo per lo stipendio?!"
"No certamente" rispondo io. "E tu lo sai bene! Tanto a Te non sfugge nulla!"
"Esatto!" mi risponde Lui. "So bene che non hai mai lavorato per lo stipendio. E allora continua a lavorare per me, anche perché di operai in cantiere ne ho gran pochi e non posso permettermi il lusso di perdere anche quei pochi".
"Ma Signore, quando si va in pensione è perché si è vecchi e poco produttivi. In questa condizione non posso che esserti d'ingombro!"
"Io non ho bisogno di gente produttiva. Anzi, mentre eri produttivo ho pazientato con te sapendo di poterti condurre verso una condizione di debolezza. Adesso che ho raggiunto dopo tanti anni il mio obiettivo, posso contare veramente su di te, perché è nella debolezza che si manifesta la mia forza!"
Mentre ascolto in silenzio, cerco di ricordare dove ho letto questa frase che non mi risulta nuova.
"E' una frase che conosci bene. L'ho detta a suo tempo all'Apostolo Paolo che, come te, pensava di essermi utile solo se recuperava la pienezza della sua forza".
Adesso mi ricordo: 2 Cor. 12,7 - 10!
Felice e confuso d'essere stato paragonato al mio grande collega predecessore Paolo, mi congedo dal mio Principale scosso dal suono della sveglia: sono le 5,30; devo preparare lo zaino perché questa mattina 1° Maggio vado in pellegrinaggio al Perello.
Non sarà un divertimento dato che il cielo promette una giornata di acqua.
E questo tanto per incominciare!
D. Camillo
Nessun commento:
Non sono consentiti nuovi commenti.