lunedì 26 maggio 2014

PERSONAGGI. Don Andrea Gallo


Nel suo libro "pretacci Storie di uomini che portano il Vangelo sul marciapiede (edito da Rizzoli - prefazione di Gian Antonio Stella) Candido Cannavò, direttore della "Gazzetta dello Sport" dal 1983 al 2002, facendola diventare il più diffuso quotidiano sportivo d'Europa, parla di preti che interpretano la diffusione della Parola in  modo battagliero perché "il Vangelo è combattimento, è sfida agli stereotipi, ai luoghi comuni, alle convenienze".
Preti come don Gino Rigoldi, don Oreste Benzi, padre Alex Zanotelli, don Luigi Ciotti ed altri ancora, che un po' tutti dicono di richiamarsi a don Lorenzo Milani, il parroco di Barbiana, che incitava i pastori di anime a non aver paura di "stare sui coglioni a tutti come sono stati i profeti innanzi  e dopo Cristo ".
In questo post parlerò di don Andrea Gallo.
Il libro è stato pubblicato nel 2008 e quindi prima della morte del prete, avvenuta il 22 maggio 2013.
Ecco come lo descrive Candido Cannavò:
"Il più rude, amabile, anarchico, detestato e adorato pretaccio italiano. Servitore di Dio il più lontano possibile da tutte le Curie, gran cardinale della Basilica del Marciapiede, l'unico posto dove riesce, sulle orme del Vangelo, a incontrare Cristo, che è sempre il Cristo degli ultimi, dei disperati, dei tossici, delle creature che aspirano solo a un aiuto, a uno sguardo, a una speranza, a un minimo di dignità. Don Gallo, come ha scritto Vasco Rossi, fornisce loro "un pasto caldo anche per l'anima".
Don Gallo, nato nel quartiere di Sampierdarena, è, dagli anni Cinquanta ad oggi, una presenza fissa, ingombrante, scomoda e mitica di Genova. Scorrazza per le strade con il suo sigaro in bocca, di giorno e di notte, infischiandosene di tutti gli appellativi che lo accompagnano. E' il prete comunista, il prete dei new global (diversi dai "no global"), il prete dei centri sociali, dei tossici, dei peccatori, delle puttane. E' il prete "angelicamente anarchico" che fa impazzire vescovi e cardinali della diocesi di Genova.
Dice don Gallo a Cannavò:
"Ogni tanto mi arrivano messaggi, o meglio, inviti all'obbedienza. Io questa decantata obbedienza l'ho sempre respinta sostituendola con la coscienza."
"Il mio Cristo ha uno spirito laico: tiene le porte aperte, accoglie uomini e donne di tutte le fedi, non ha mai chiesto a nessuno se è ateo, mussulmano, omosessuale, divorziato, buddista: guarda solo nel cuore."

"De André è stato un anarchico come lo sono io, non per appartenenza a un  movimento ma come modo di essere e di vivere: un uomo libero. E poi, guarda che tipi di umanità s'incontrano nel suo canzoniere: donne perdute, prostitute, zingari, derelitti, suicidi. E cosa c'è scritto nel Vangelo? "Pubblicani e prostitute vi passeranno davanti nel regno di Dio." Chi sceglie i poveri, i senza voce non sbaglia mai".

"Hai  mai visto nascere qualcosa da un diamante? Nulla. Dal letame invece possono nascere i fiori".

Dice Cannavò del prete:

"Prete estremista della vita, che prega a modo suo, dice messa solo la domenica e si fa giudicare soltanto dalla sua coscienza. E' un uomo senza mezze misure, puoi amarlo o detestarlo, seguirlo o cancellarlo dal tuo cammino. Al funerale di De André si presentò con un fazzoletto rosso al collo, tra gli anarchici, sotto la bandiera nera".

Nel libro Cannavò propone a don Gallo: "Facciamo un elenco delle tue trasgressioni ai dettami della Chiesa ufficiale, come fosse una lista della spesa?". E lui: "Va bene, procedi pure".
DIVORZIO: "Io sono per la famiglia. Ma se si rompe, il divorzio è una scelta di libertà. Il libero arbitrio ce lo ha dato Dio".
ABORTO: "Sta' a sentire, non incastriamoci nei principi. Se mi si presenta una povera donna che si è scoperta in cinta, è stata picchiata dal suo sfruttatore per farla abortire o se mi arriva una poveretta reduce da uno stupro, sai cosa faccio? Io, prete, le accompagno all'ospedale per un aborto terapeutico: doloroso e inevitabile. Le regole sono una cosa, la realtà spesso un'altra. Mi sono spiegato?".
PROCREAZIONE ASSISTITA: "La Chiesa raccomandava di non votare al referendum. Io ho votato".
COPPIE DI FATTO: "Favorevolissimo, ci mancherebbe altro. Il matrimonio resta al culmine dei miei principi, ma i diritti di chi convive e degli eventuali figli vanno rispettati per un'esigenza di giustizia e per non creare vittime innocenti".
OMOSESSUALI: "Stessa cosa: ti racconto la storia di una coppia. Lui aveva dedicato tutta la vita al compagno, lo aveva assistito con dedizione durante una lunga malattia. Il compagno è morto. Lui non aveva diritti. E' stato sfrattato dalla casa dai parenti. Ti pare giusto? E' la sincerità che comanda".
PRESERVATIVO: "Ripeto quello che disse l'abbé Pierre ai giovani. "Può darsi che a fare l'amore prima del matrimonio commettiate peccato. Ma se non usate il preservativo, il peccato è doppio." Distribuisco preservativi di notte a quelle povere ragazze, in gran parte straniere, che si prostituiscono per fame o perché sono cadute nella rete degli sfruttatori. Purtroppo molti clienti lo rifiutano. Il profilattico, checché se ne dica, è l'unica difesa contro l'Aids".
MALATTIE TERMINALI: "Sulla base di una scelta chiara e consapevole della persona interessata, bisogna rispettare il suo diritto alla non sofferenza, a un minimo di dignità in ciò che rimane della vita. Ogni caso ha una sua trama e una valutazione diversa".
SPINELLO: "Io l'ho pure provato. Non penso che, come è stato detto, sfasci il cervello. Ha semmai il fascino del proibito. Educare, non punire. Il proibizionismo per le droghe leggere copre colossali interessi economici. Cancelliamo questo inganno."

Cannavò continua nella descrizione di questa complessa persona, che dice: "Ho sempre il Vangelo in mano. Lo applico, come Cristo ci ha detto."

"Il Cardinal Siri soffriva per le "follie" di don Gallo, e in alcuni frangenti avrebbe potuto anche cacciarlo, ma come si fa a privarsi di un prete che si batte come un leone tra i  diseredati e riesce a mettere in processione dietro la Madonna anche i camalli del porto?"

Don Gallo: "Noi non siamo contro la globalizzazione in sé: proponiamo di realizzarla insieme. Vogliamo che abbia una base di giustizia che attutisca i vergognosi squilibri del mondo. Queste cose non le dico io, le ha dette papa Wojtyla in persona a un'assemblea di giuristi, scienziati, tra i quali alcuni premi Nobel. E' stato un "new global" anche lui. Invece la globalizzazione che viene perseguita è quella grazie alla quale i ricchi diventeranno sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri".

Parlando di don Primo Mazzolari, il suo grande antesignano nella Basilica del Marciapiede, che fu sospeso dalla Chiesa e poi riabilitato da papa Giovanni XXIII, don Gallo dice: "Nelle parole di don Primo si sentiva lo spirito di Cristo. In una predica lui parlò di "nostro fratello Giuda" che tutti conoscevano come un traditore. Fu illuminante per me."

Don Gallo si congeda da Cannavò  con un saggio breve della sua filosofia: "In questa mia vita corro due rischi. Il primo: diventare completamente pazzo salvando la mia coscienza. Il secondo: evitare la pazzia negando una speranza a tanta gente. Tu come pensi che finirà?"



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