martedì 19 luglio 2022

COLLETTIVO CONFUSIONE. Le ore che precedono la fatidica sfida

 












Domani alla 10.30 giocheremo la finale per il titolo di campione d'Italia con la nostra bestia nera Cuneo.
In caso di sconfitta arriveremmo secondi, migliorando in ogni caso il 3° posto di Montecatini Terme.
Oggi le due partite si sono svolte sul sintetico del Pala SGR con una temperatura vicina ai 30° e domani si prevede un ulteriore aumento.
Rientriamo in albergo con Luigi e Pierangela, genitori di Bomba, un giocatore della squadra, perché Sergio e Adriana alloggiano in un altro albergo.
Verso le 14.00 andiamo al ristorantino sulla spiaggia dove la squadra sta pranzando.
I ragazzi sono stanchi, ma spensierati. Anche noi mangiamo qualcosa e poi ritorniamo in albergo e subito dopo andiamo in spiaggia.
Luigi e io facciamo il bagno, mentre le nostre consorti si crogiolano al sole.
Rientriamo per cambiarci e ci rechiamo in centro con l'auto di Luigi per cenare.
Dopo aver mangiato un pregevole fritto misto, passeggiamo e ci gustiamo anche un ottimo gelato.
La compagnia di Luigi e Pierangela è piacevole.
Transitiamo fuori del ristorante dove la squadra sta cenando e il desiderio di "caricare" i ragazzi mi spinge  ad entrare.
"Ciao ragazzi: è arrivato il mental coach" esclamo.
Loro si mettono a ridere per la battuta, ma le mie parole successive non sono più scherzose, ma taglienti come un bisturi.
"Ragazzi, se domani uscirete sconfitti dal campo, siete dei perdenti. Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico!"
Il sorriso è scomparso dalle loro labbra e le facce ora sono serie.
Saluto tutta la compagnia ed esco.
All'esterno Luigi, Pierangela e Rosaria mi chiedono cosa è successo, avendomi visto agitare le braccia.
Racconto loro l'episodio e commento: "La mia intenzione era di stimolare psicologicamente i ragazzi, ma forse sono stato un po' duro."
Continuiamo ancora un po' la passeggiata e rientriamo in albergo per dormire: domani sarà una giornata campale.
Prima di addormentarmi penso ancora all'episodio e il tarlo del dubbio di essere stato troppo diretto mi si insinua nel cervello.

                                continua






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