giovedì 12 dicembre 2019

VIVERE INSIEME. Postare le foto sui social


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 29/11/19.
Articolo: " Guarda dove sono! Ma postare le foto sui social fa divertire ladri e Fisco" di FEDERICA FANTOZZI.

Una foto su Facebook: la spiaggia delle Maldive, i piedi a mollo nell'acqua trasparente. Una "storia" su Instagram a bordo di una Ferrari fiammante. O una geolocalizzazione a Parigi per la finale di Champions.
Alzi la mano chi non ha mai peccato di vanità, esponendo le proprie gesta sui social come trofei.
Il presenzialismo virtuale, però, è pieno di rischi reali. Lo sa bene la Polizia Postale: furti nelle abitazioni, sottrazione di identità e dati sensibili, il nuovo fronte del "revenge porn" che innesta foto rubate dai profili su siti porno collocati all'estero.
"Se un furto è inspiegabile, la pista investigativa è quella dei social" spiega Nicola Zupo, dirigente della Postale.
"Un tempo chi usciva aveva l'accortezza di lasciare la luce accesa. Oggi è superata: i ladri scoprono online dove sei". E se hai postato il biglietto aereo, anche quanto tempo hanno per agire. Mentre il profilo Twitter con il quadro di valore sullo sfondo sostituisce egregiamente il vecchio sopralluogo.
I suggerimenti della polizia sono semplici: meglio profili chiusi che aperti, "non accettate l'amicizia di sconosciuti"  è il nuovo "non prendere caramelle da estranei", mai condividere la propria posizione.
Le agenzie di vigilanza invitano ad installare un allarme con controllo via app.
Unica consolazione: ci sono già caduti vip come Alanis Morrisette e Nek (a lui hanno rubato l'Harley che aveva fatto il pieno di like).
Vista dal lato delle forze dell'ordine, la situazione è meno cupa. La tecnologia giova alle indagini: "Prima c'erano gli infiltrati della Digos tra le tifoserie organizzate" conclude Zupo. "Ora basta seguire le geolocalizzazioni dei gruppi ultrà".
Anche la Guardia di Finanza ha cominciato a monitorare i social contro l'evasione fiscale: "Se da foto di viaggi o abiti qualcosa non torna" dice al Venerdì il colonnello Luigi Vinciguerra, "verifichiamo che il tenore di vita sia compatibile con i redditi".
Gli avvocati già affilano le armi: "i social vanno considerati un gioco e l'onere della prova non spetta al contribuente".
Insomma, attenti ai fotoritocchi che vi spostano dal divano di casa alle Alpi svizzere: tra cartelle esattoriali e parcelle legali possono costare più della settimana bianca.

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