FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.
COPPIA OMOSESSUALE E ADOZIONE
Nei giorni scorsi si è accesa una discussione tra i catechisti nel gruppo Whatsapp su un tema che è di grande attualità oggi. Il tutto è partito dalla dichiarazione della consulta dello Stato che ha bocciato l'omogenitorialità e ha affermato che le coppie gay non sono famiglie (26 ottobre 2019).
In questa dichiarazione mi sembra che vengano trattate due questioni distinte anche se collegate tra loro: quella della condizione di due persone dello stesso sesso che decidono di vivere insieme e quella della loro idoneità ad adottare bambini.
Riguardo alla prima questione la discussione è se le coppie dello stesso sesso sono da riconoscere come famiglia o no. La Costituzione italiana all'articolo 29 definisce la famiglia "società naturale fondata sul matrimonio".
Da sempre nel senso comune il matrimonio è considerato tra un uomo e una donna. Il termine famiglia, perciò, sta ad indicare questa realtà.
Questo non preclude che due persone dello stesso sesso decidono di vivere insieme. La loro unione, però, non può essere chiamata famiglia, perché ha una connotazione diversa. Dovrà essere indicata con un altro termine. Questo indipendentemente da qualsiasi valutazione morale e sociale. Si tratta di due istituzioni diverse.
Riguardo alla seconda questione, quella cioè della idoneità ad adottare figli, è legge di natura che un figlio nasca dalla relazione di un uomo e di una donna e che il figlio abbia come patrimonio genetico costitutivo 23 cromosomi da parte del papà e 23 cromosomi da parte della mamma.
Ogni figlio ha perciò dentro di sé il bisogno di relazione con il papà e la mamma naturali per raggiungere il suo equilibrio.
La premessa ideale perché un figlio sia favorito nella sua crescita equilibrata è che la relazione tra papà e mamma sia all'insegna dell'amore e non solo del rapporto sessuale.
E' vero che per far nascere un bambino può bastare il rapporto sessuale: basta che lo sperma fecondi l'ovulo. Oggi la scienza è in grado di arrivare a questo risultato anche indipendentemente dal rapporto sessuale...ma per educare un figlio è indispensabile l'amore: quell'amore che è particolarmente speciale, intenso è inimitabile se è la motivazione profonda dell'amplesso coniugale.
Al di fuori di questa condizione ottimale, tutte le altre soffrono di carenza sia pure in varie gradualità.
Se un bambino è concepito in seguito ad un atto di violenza è in una condizione certamente più problematica, di chi è concepito in un contesto di indifferenza o di chi è capitato a caso e non atteso o di chi è stato procreato in un utero in affitto o attraverso procedimenti clinici... Questo non significa che non può essere amato; significa soltanto che la sua non è una condizione di partenza ottimale...
Anche l'adozione da parte di una coppia eterosessuale è certamente una scelta nobile e qualificante e può portare significativi benefici a chi viene adottato specialmente se è in tenerissima età; però anche questa istituzione si pone in un ambito esterno a quello ottimale anche se è meglio comunque dell'orfanotrofio o addirittura dell'abbandono.
La coppia dello stesso sesso in rapporto all'adozione, a parità di condizioni, ha una carenza in più rispetto alle coppie eterosessuali in quanto non risponde alle esigenze naturali del bambino di relazionarsi con quella diversità che porta impressa dentro di sé nel suo codice genetico. In questo caso l'educazione può diventare una forzatura che rischia di plagiare il bambino e di modificarlo nelle sue tensioni originarie.
Si può fare tutto nella vita. Si può modificare anche il corso naturale di un fiume. Il rischio è che prima o dopo tutto venga scombussolato. Purtroppo la natura può essere manomessa e forzata dalla cultura; il rischio forte è che poi alla fine la cultura si ritrovi svuotata e distrutta. Fin qui la mia riflessione si limita all'ambito razionale.
La Fede mi offre ulteriori approfondimenti che mi aiutano a guardare a queste tematiche in una luce tutta speciale, quella della parola di Dio che mi rivela il mistero dell'uomo e della donna della loro identità e del senso della loro vita che è anche il mistero della mia identità e il senso della mia vita personale.
"Dio creò l'uomo/ a Sua Immagine lo creò/ maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e disse loro: siate fecondi e moltiplicatevi..." (Genesi 1, 27-28)
"Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola (Mc 10,47).
E' questo il contributo che come cristiano sono chiamato a dare alla riflessione umana su questi argomenti che sono tutt'altro che marginali.
IL tema della generatività è collegato strettamente alla relazione maschio e femmina. Lo stesso vale per il tema dell'educazione e del sostegno alla crescita integrale di un bambino.
Nessuna discriminazione delle coppie omosessuali anche solo per il fatto che due maschi non possono procreare all'interno della loro coppia. E così pure due femmine.
Il fatto che scelgono di vivere insieme in una condizione di non fecondità è da rispettare così come essi stessi devono rispettare che dalla loro condizione non scaturisca la vita e perciò neanche la genitorialità. Potranno essere dei buoni educatori ma non possono essere dei genitori.
Il legislatore plagiato dall'ideologia potrebbe anche formulare leggi compiacenti alle richieste delle coppie omosessuali in materia di procreazione o di educazione, ma nessun legislatore potrà mai cancellare da queste leggi i segni della prevaricazione, della forzatura e dell'inganno perpetrato a danno dei bambini.
Detto questo, l'omosessuale merita tutta la stima e il rispetto che si deve ad una persona, chiamato anche egli come tutti a dare il suo contributo qualificato alla società e, se è credente, alla chiesa, mettendo a disposizione i talenti con i quali il Signore lo ha arricchito.
don Camillo
In questa dichiarazione mi sembra che vengano trattate due questioni distinte anche se collegate tra loro: quella della condizione di due persone dello stesso sesso che decidono di vivere insieme e quella della loro idoneità ad adottare bambini.
Riguardo alla prima questione la discussione è se le coppie dello stesso sesso sono da riconoscere come famiglia o no. La Costituzione italiana all'articolo 29 definisce la famiglia "società naturale fondata sul matrimonio".
Da sempre nel senso comune il matrimonio è considerato tra un uomo e una donna. Il termine famiglia, perciò, sta ad indicare questa realtà.
Questo non preclude che due persone dello stesso sesso decidono di vivere insieme. La loro unione, però, non può essere chiamata famiglia, perché ha una connotazione diversa. Dovrà essere indicata con un altro termine. Questo indipendentemente da qualsiasi valutazione morale e sociale. Si tratta di due istituzioni diverse.
Riguardo alla seconda questione, quella cioè della idoneità ad adottare figli, è legge di natura che un figlio nasca dalla relazione di un uomo e di una donna e che il figlio abbia come patrimonio genetico costitutivo 23 cromosomi da parte del papà e 23 cromosomi da parte della mamma.
Ogni figlio ha perciò dentro di sé il bisogno di relazione con il papà e la mamma naturali per raggiungere il suo equilibrio.
La premessa ideale perché un figlio sia favorito nella sua crescita equilibrata è che la relazione tra papà e mamma sia all'insegna dell'amore e non solo del rapporto sessuale.
E' vero che per far nascere un bambino può bastare il rapporto sessuale: basta che lo sperma fecondi l'ovulo. Oggi la scienza è in grado di arrivare a questo risultato anche indipendentemente dal rapporto sessuale...ma per educare un figlio è indispensabile l'amore: quell'amore che è particolarmente speciale, intenso è inimitabile se è la motivazione profonda dell'amplesso coniugale.
Al di fuori di questa condizione ottimale, tutte le altre soffrono di carenza sia pure in varie gradualità.
Se un bambino è concepito in seguito ad un atto di violenza è in una condizione certamente più problematica, di chi è concepito in un contesto di indifferenza o di chi è capitato a caso e non atteso o di chi è stato procreato in un utero in affitto o attraverso procedimenti clinici... Questo non significa che non può essere amato; significa soltanto che la sua non è una condizione di partenza ottimale...
Anche l'adozione da parte di una coppia eterosessuale è certamente una scelta nobile e qualificante e può portare significativi benefici a chi viene adottato specialmente se è in tenerissima età; però anche questa istituzione si pone in un ambito esterno a quello ottimale anche se è meglio comunque dell'orfanotrofio o addirittura dell'abbandono.
La coppia dello stesso sesso in rapporto all'adozione, a parità di condizioni, ha una carenza in più rispetto alle coppie eterosessuali in quanto non risponde alle esigenze naturali del bambino di relazionarsi con quella diversità che porta impressa dentro di sé nel suo codice genetico. In questo caso l'educazione può diventare una forzatura che rischia di plagiare il bambino e di modificarlo nelle sue tensioni originarie.
Si può fare tutto nella vita. Si può modificare anche il corso naturale di un fiume. Il rischio è che prima o dopo tutto venga scombussolato. Purtroppo la natura può essere manomessa e forzata dalla cultura; il rischio forte è che poi alla fine la cultura si ritrovi svuotata e distrutta. Fin qui la mia riflessione si limita all'ambito razionale.
La Fede mi offre ulteriori approfondimenti che mi aiutano a guardare a queste tematiche in una luce tutta speciale, quella della parola di Dio che mi rivela il mistero dell'uomo e della donna della loro identità e del senso della loro vita che è anche il mistero della mia identità e il senso della mia vita personale.
"Dio creò l'uomo/ a Sua Immagine lo creò/ maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e disse loro: siate fecondi e moltiplicatevi..." (Genesi 1, 27-28)
"Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola (Mc 10,47).
E' questo il contributo che come cristiano sono chiamato a dare alla riflessione umana su questi argomenti che sono tutt'altro che marginali.
IL tema della generatività è collegato strettamente alla relazione maschio e femmina. Lo stesso vale per il tema dell'educazione e del sostegno alla crescita integrale di un bambino.
Nessuna discriminazione delle coppie omosessuali anche solo per il fatto che due maschi non possono procreare all'interno della loro coppia. E così pure due femmine.
Il fatto che scelgono di vivere insieme in una condizione di non fecondità è da rispettare così come essi stessi devono rispettare che dalla loro condizione non scaturisca la vita e perciò neanche la genitorialità. Potranno essere dei buoni educatori ma non possono essere dei genitori.
Il legislatore plagiato dall'ideologia potrebbe anche formulare leggi compiacenti alle richieste delle coppie omosessuali in materia di procreazione o di educazione, ma nessun legislatore potrà mai cancellare da queste leggi i segni della prevaricazione, della forzatura e dell'inganno perpetrato a danno dei bambini.
Detto questo, l'omosessuale merita tutta la stima e il rispetto che si deve ad una persona, chiamato anche egli come tutti a dare il suo contributo qualificato alla società e, se è credente, alla chiesa, mettendo a disposizione i talenti con i quali il Signore lo ha arricchito.
don Camillo
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