mercoledì 12 giugno 2019

SPORT. Educatori ... in campo


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" aprile 2019.
Articolo: "Educatori... in campo" di SABINA FADEL.

Nulla di nuovo sugli spalti. Qualunque sia lo sport giocato, le scene sono le stesse, a qualunque latitudine ci si trovi.
Il papà che grida al figlio in campo di fare il contrario di ciò che gli dice l'allenatore, la mamma che se la prende coi giovani giocatori della squadra avversaria. Entrambi, poi, uniti contro l'arbitro, spesso lanciandosi in epiteti che di educativo hanno ben poco.
E' quanto si è ripetuto anche lo scorso gennaio a Carpenedolo, paese della bassa bresciana. La scena si svolge nella palestra di una scuola media inferiore. Il contesto è il campionato under 13 di basket maschile (stiamo parlando di ragazzini del 2005) girone "Bronze" Brescia 3. In campo l'Amico Basket Carpenedolo e la Negrini Pallacanestro Quintello 1996. Ad arbitrare la partita, un tredicenne, coetaneo dei giocatori e, ovviamente vista l'età, con poca esperienza.
Comincia la partita. Ai primi fischi scattano pure i primi improperi del pubblico, composto per lo più di genitori dei ragazzi in campo. Con il passare del tempo la situazione non migliora, anzi. Si passa in breve ai veri e propri insulti indirizzati al giovanissimo arbitro, per giungere alle offese personali.
Ma ecco l'imprevedibile. Marco Giazzi, allenatore dell'Amico Basket, a quel punto in vantaggio di 10 punti, si avvicina alla tribuna dei genitori e cerca di farli riflettere: "Vi rendete conto di cosa sta succedendo? Noi qui in campo stiamo giocando a basket tutti insieme, ci lasciate fare ciò che ci piace in pace? E, poi, potete smettere di protestare e insultarci?".
Non l'avesse mai fatto. La risposta di alcuni dei tifosi è immediata: "Vergognati", "Non devi dire a noi quello che dobbiamo fare", "La tua squadra non gioca a basket, chiamalo rugby o pugilato ma il basket è un'altra cosa", per giungere, pare, anche in questo caso all'offesa personale.
A quel punto Giazzi, con il coraggio dell'educatore che sente fino in fondo la responsabilità del suo compito, decide di ritirare la squadra che pur stava vincendo dopo una lunga serie di sconfitte.
"Stamattina - commenta ancora Giazzi sulla sua pagina Facebook, riportando l'accaduto - non hanno perso i ragazzi in campo.. ma il basket, lo sport".
E mentre al  momento in cui scriviamo sono ancora in corso gli accertamenti della Federazione sui fatti appena narrati, un brivido ci fa accapponare la pelle leggendo online qualche commento all'articolo della "Gazzetta dello sport", che racconta la vicenda, e che per pudore non riportiamo. Ma tanti, decisamente più numerosi, quelli a sostegno della scelta dell'allenatore. Un segno di speranza. La strada è ancora lunga, ma è quella giusta.

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