FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.
EDUCARE AI SENTIMENTI
Credo che quella di educare sia una delle fatiche più grandi e uno degli impegni più fraintesi.
Una delle fatiche più grandi perché non si ha a che fare con una macchina o una materia inerte che puoi manovrare o manipolare come vuoi, ma con persone che hanno un loro modo di pensare e di reagire in base alla loro condizione di vita e alle loro emozioni variabili come il tempo in primavera, che possono dirti di sì o di no, collaborare o contrastarti o ignorarti.....
Uno degli impegni più fraintesi perché si pensa che educare voglia dire "mettere dentro" nella persona determinati concetti o emozioni o interessi o abitudini in linea con le convinzioni dell'educatore; oppure addestrarla perché diventi esperta in questo o in quel settore particolare; oppure perché acquisisca tante nozioni e informazioni che le potranno essere utili nella vita.
Educare non è niente di tutto questo! La parola stessa non significa "mettere dentro", ma "tirar fuori".
Educare è proprio l'arte del "tirar fuori" tutto quello che di bello e di buono c'è in germe nella persona. Perché ognuno di noi è predisposto ad un'infinità di abilità e di comportamenti.
L'importante è che ognuno venga stimolato e provocato. Succede come per l'impianto elettrico di una casa. Ogni stanza è predisposta ad essere illuminata e lo diventa a condizione che si schiacci l'interruttore.
Tra le capacità più significative considero quella dei sentimenti. Anzi, per me è la capacità più qualificante della persona umana, quella che la caratterizza proprio come persona. Parlo della capacità di gioire, di piangere, di ridere, esprimere tenerezza, di meravigliarsi, di stupirsi, ma anche di arrabbiarsi, di provare delusione o tristezza.
Come si fa ad educare ai sentimenti? Credo che la strada sia quella di valorizzare i rapporti umani, a partire dal rapporto dei genitori con i loro figli quando sono ancora nella pancia. Valorizzare i rapporti umani significa dedicare tempo per parlarsi, per ascoltarsi, per apprezzare quello che ognuno è o dice o fa. Significa andare oltre la prima impressione che si ha quando si vede per la prima volta una persona, e cercare invece di andare in profondità.
Il nemico numero uno dei rapporti umani è la fretta di andare oltre, di fare altro, il non avere tempo..... e insieme alla fretta, la superficialità, se non addirittura la banalità. Se tutto questo parte dal seno materno la capacità affettiva del bambino resta segnata o addirittura deviata, con la conseguenza che il tempo risparmiato nell'età bambina dovrà essere speso, raddoppiato e oltre, per cercare di tamponare le derive del figlio cresciuto, con tutte le conseguenze morali e economiche che ne derivano.
La ricchezza (intesa come molteplicità e varietà) dei sentimenti che una persona può esprimere è il beneficio più grande di cui la famiglia umana possa godere, origine di tanti altri benefici che dai sentimenti si sprigionano a grappoli.
Se il patrimonio artistico o anche quello economico fanno grande un popolo, la sensibilità dei cittadini formati a valorizzare i sentimenti umani lo rende Divino perché lo apre alla presenza di quel Dio di cui, credenti e non credenti, portiamo impressa in noi l'immagine. Che cosa c'è di più bello?
don Camillo
Il nemico numero uno dei rapporti umani è la fretta di andare oltre, di fare altro, il non avere tempo..... e insieme alla fretta, la superficialità, se non addirittura la banalità. Se tutto questo parte dal seno materno la capacità affettiva del bambino resta segnata o addirittura deviata, con la conseguenza che il tempo risparmiato nell'età bambina dovrà essere speso, raddoppiato e oltre, per cercare di tamponare le derive del figlio cresciuto, con tutte le conseguenze morali e economiche che ne derivano.
La ricchezza (intesa come molteplicità e varietà) dei sentimenti che una persona può esprimere è il beneficio più grande di cui la famiglia umana possa godere, origine di tanti altri benefici che dai sentimenti si sprigionano a grappoli.
Se il patrimonio artistico o anche quello economico fanno grande un popolo, la sensibilità dei cittadini formati a valorizzare i sentimenti umani lo rende Divino perché lo apre alla presenza di quel Dio di cui, credenti e non credenti, portiamo impressa in noi l'immagine. Che cosa c'è di più bello?
don Camillo
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