FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 16/03/18.
Articolo: "SCADUTI O DI TROPPO, CHE SPRECO QUEI FARMACI" di MATTEO CAVEZZALI.
Fate la prova: aprite il cassetto di casa dove abitualmente custodite le medicine. Scommettete che ne troverete a iosa? Da quelle scadute a quelle che, dopo averne utilizzato una parte, non vi servono più. Tanto che spesso ne dimenticate l'esistenza.
Insomma, acquistiamo moltissimi farmaci. Troppi. Che, mese dopo mese, oltre a diventare inefficaci, si trasformano in un enorme spreco e in un danno.
Se infatti moltiplichiamo il famoso cassetto per il numero delle famiglie che ogni giorno fanno acquisti in farmacia, e se consideriamo anche le giacenze negli ospedali, allora avremo un'idea delle conseguenze: ambientali ed economiche.
Per questo, da tempo, si discute del consumo "consapevole" delle medicine, guardando ai Paesi che sperimentano l'acquisto dei prodotti sfusi: se si ha bisogno di due aspirine, se ne comprano solo due e non una scatola intera.
Le cifre danno un'idea: uno studio curato dalla sezione giovani dell'Anaao, l'associazione dei medici e dei dirigenti ospedalieri, quantifica in seimila tonnellate i farmaci che gettiamo ogni anno. Medicine che spesso giungono a scadenza non soltanto nelle case dei pazienti, ma anche nei cassetti delle farmacie.
Sullo stesso tema è intervenuto People for Planet, osservatorio curato da Jacopo Fo, che rileva come l'uso di farmaci sfusi potrebbe produrre un risparmio di cinquecento milioni di euro su una spesa complessiva di 22 miliardi.
Questo tipo di vendita è già un successo in diversi Paesi tra i quali Gran Bretagna, Germania, Canada e Stati Uniti.
Una ricerca pubblicata recentemente in Francia ha mostrato che questa pratica ha permesso di ridurre il numero di pasticche dispensate del 10 per cento, mentre in Svizzera il Consiglio nazionale della Confederazione vorrebbe avviare presto la sperimentazione.
Anche perché i farmaci scaduti, oltre al danno economico, provocano inquinamento.
Secondo uno studio dell'Istituto Mario Negri, in media i milanesi buttano via ogni giorno circa 6,5 chili di farmaci a cui se ne aggiunge un altro 1,3 di disinfettanti e di sostanze chimiche utilizzate per produrre cosmetici e saponi.
Significa che, ogni anno, vengono scaricati nei corsi d'acqua metropolitani (l'Olona, il Seveso e il Lambro) 2,5 tonnellate di medicinali e quasi mezza tonnellata di prodotti chimici per la cura della persona.
Capita, infine, di assumere prodotti scaduti, o prenderne uno convinti che sia un altro. Il 40 per cento delle consulenze al Centro antiveleni di Milano riguarda proprio casi del genere. E, il 34 per cento delle volte, sono coinvolti bambini che, per errore, hanno ingerito analgesici, antibiotici o ormoni.
Le cifre danno un'idea: uno studio curato dalla sezione giovani dell'Anaao, l'associazione dei medici e dei dirigenti ospedalieri, quantifica in seimila tonnellate i farmaci che gettiamo ogni anno. Medicine che spesso giungono a scadenza non soltanto nelle case dei pazienti, ma anche nei cassetti delle farmacie.
Sullo stesso tema è intervenuto People for Planet, osservatorio curato da Jacopo Fo, che rileva come l'uso di farmaci sfusi potrebbe produrre un risparmio di cinquecento milioni di euro su una spesa complessiva di 22 miliardi.
Questo tipo di vendita è già un successo in diversi Paesi tra i quali Gran Bretagna, Germania, Canada e Stati Uniti.
Una ricerca pubblicata recentemente in Francia ha mostrato che questa pratica ha permesso di ridurre il numero di pasticche dispensate del 10 per cento, mentre in Svizzera il Consiglio nazionale della Confederazione vorrebbe avviare presto la sperimentazione.
Anche perché i farmaci scaduti, oltre al danno economico, provocano inquinamento.
Secondo uno studio dell'Istituto Mario Negri, in media i milanesi buttano via ogni giorno circa 6,5 chili di farmaci a cui se ne aggiunge un altro 1,3 di disinfettanti e di sostanze chimiche utilizzate per produrre cosmetici e saponi.
Significa che, ogni anno, vengono scaricati nei corsi d'acqua metropolitani (l'Olona, il Seveso e il Lambro) 2,5 tonnellate di medicinali e quasi mezza tonnellata di prodotti chimici per la cura della persona.
Capita, infine, di assumere prodotti scaduti, o prenderne uno convinti che sia un altro. Il 40 per cento delle consulenze al Centro antiveleni di Milano riguarda proprio casi del genere. E, il 34 per cento delle volte, sono coinvolti bambini che, per errore, hanno ingerito analgesici, antibiotici o ormoni.
Nessun commento:
Non sono consentiti nuovi commenti.